Le forme dell'olio

Olio extra vergine di oliva italiano Boniviri

2021
Olio extra vergine di oliva italiano Boniviri

La sostenibilità all’origine dei materiali impiegati per la bottiglia e la riciclabilità per gli stessi sono le basi su cui si è sviluppata la bottiglia. Anche l’etichetta è stata realizzata in questa ottica: attraverso sottoprodotti di lavorazioni agroindustriali, sostituendo così la cellulosa proveniente dall’albero.

“Il packaging dell’olio extravergine d’oliva rappresenta un’interessante sfida sotto il profilo della sostenibilità.

A questo proposito, i criteri di scelta del packaging di Boniviri sono legati a considerazioni di diversa natura, come il peso, la sostenibilità all’origine dei materiali, la riciclabilità degli stessi e le proprietà di conservazione dell’olio.

Nello scegliere il packaging giusto per i propri oli, Boniviri ha ripensato le scelte tradizionali, tenendo solo i componenti necessari e semplificando la complessità che spesso viene creata da esigenze di marketing.

Le scelte sono partite da un obiettivo: selezionare i migliori materiali per qualità e sicurezza, in ottica di sostenibilità e riduzione degli sprechi.

La prima scelta riguarda il contenitore per eccellenza: il vetro.

Sebbene sia un materiale più pesante rispetto alla plastica e all’alluminio (e quindi più impattante a livello di emissioni di gas serra legati ai trasporti),

il vetro è il miglior materiale per conservare l’olio perché è inerte e non permette il passaggio di componenti tra il contenitore e il contenuto. In questo caso, la scelta di Boniviri è stata quella del vetro, basata sull’esigenza qualità e la sicurezza. Tuttavia, al fine di ridurre le emissioni di gas serra, ha scelto di acquistare le bottiglie dalla vetreria più vicina possibile alla sede operativa dell’azienda: la Vetreria O-I di Marsala, in Sicilia, così da ridurre l’impatto dei trasporti. Per ridurre il rapporto tra contenuto e contenitore (product-to-packaging ratio), rispetto alla bottiglia da mezzo litro, Boniviri ha scelto una bottiglia da 750 ml, che pesa poco più di 500 grammi, con alta percentuale di vetro riciclato. Un compromesso che mette insieme qualità e sostenibilità.

La seconda scelta riguarda il tappo. Boniviri ne ha scelto uno di materiale plastico che permette di versare l’olio comodamente, di colore chiaro e quindi facilmente riciclabile. È un tappo prodotto in Italia da Ipercap, certificato per utilizzo con olio, che garantisce una conservazione ottimale e sicura, riducendo il rischio di bottiglie difettose. La scelta di un tappo in sughero è infatti potenzialmente più sostenibile all’origine, ma potrebbe causare più bottiglie difettose e quindi maggiori sprechi di prodotto. Sopra al tappo, come sigillo, Boniviri ha scelto una capsula in Pet trasparente (invece che la classica e più utilizzata in Pvc), prodotta in Italia da Enoplastic, da riciclare nella raccolta differenziata plastica insieme al tappo, con attenzione a garantire la maggiore comodità possibile per

il consumatore che attento a riciclare correttamente i componenti del packaging.

L’etichetta è forse l’elemento più distintivo di Boniviri. È in carta Fsc

della linea Favini Crush, realizzata con sottoprodotti di lavorazioni agro- industriali (nel nostro caso olive) che sostituiscono fino al 15% della cellulosa proveniente da albero. La sua carbon footprint è ridotta del 20% rispetto ad una etichetta tradizionale. Boniviri ha scelto di evitare sprechi di inchiostro e di carta concentrando le informazioni in una unica etichetta centrale, così da ridurre lo sfrido di stampa e semplificare le operazioni di etichettatura.

Infine, il box. Spesso le bottiglie vengono spedite all’interno di protezioni antiurto in materiale plastico. Boniviri ha provato ad evitarlo, scegliendo un box in solo cartone con una speciale tecnologia ad alveare che consente di proteggere le bottiglie trasportate al suo interno, sviluppata dalla società italiana Alvio”.

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