Corso Italia 7
Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of LiteratureDiretta da Daniela Marcheschi
Credere in cose che sappiamo non essere vere
Teatro. Una storia di una famiglia e di un matrimonio che si presenta, a seconda dei casi, come commuovente, divertente, fino ad essere un vero e proprio coraggioso dramma. È con lo spettacolo del pluripremiato scrittore e drammaturgo australiano Andrew Bovell che il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale ha pensato bene di inaugurare la stagione teatrale 2024/2025
Il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale ha inaugurato la stagione teatrale 2024/2025 con lo spettacolo Cose che so essere vere (Things I Know to be true) del pluripremiato scrittore e drammaturgo australiano Andrew Bovell, classe 1962.
Un autore, come scrive Valerio Binasco nelle sue note di regia, la cui idea di teatro contemporaneo sembra non poter fare a meno «di quel caro vecchio arnese – ancora tanto amato da me e da gran parte del pubblico – che è il raccontare una storia. Caso abbastanza raro tra gli autori contemporanei, Bovell crede infatti nella trama ancor più di quanto creda nella pura forma».
E aggiunge: «Cose che so essere vere appare fin dalla prima lettura come un testo di grande impatto emotivo. Bovell penetra senza pudore in tutti i sentimenti che possono dar vita a un “ritratto di famiglia” e cattura la nostra commozione».
Come riassumere la vicenda senza scendere nei meandri della trama?
Come la storia di una famiglia e di un matrimonio che si presenta, a seconda dei casi, come commuovente, divertente, fino ad essere un vero e proprio coraggioso dramma.
E, sebbene situazioni e personaggi, siano completamente diversi, ugualmente il pensiero non può prescindere dal bergmaniano Scene da un matrimonio.
Ma qui Bob e Fran Price, marito e moglie, genitori di quattro figli, sembrano una coppia serena.
E la famiglia tutta sembra essere serena.
È il ritorno a casa della quarta figlia, dopo una sorta di Interrail europeo, a far capire agli altri componenti che quella famiglia considerata dalla giovane Rosie un “porto sicuro” in realtà non lo è.
Molto bella la scena di Nicolas Bovey, che poggia su una pedana girevole che ruotando mostra i sei personaggi nelle loro varie attività: il padre che cura il giardino, la madre che si sposta tra cucina e tavoli fumando nelle pause la sua sigaretta, i quattro fratelli che lottano per definire sé stessi al di là dell’amore e delle aspettative dei genitori, arrivando in tempi alternati tra affettuosità e scontri.
Dicevamo sei personaggi: e in effetti oltre ai due genitori abbiamo il nome dei loro quattro figli.
Rosie che sappiamo essere la più giovane, poi la sorella maggiore Pip, il fratello Ben e Mark/Mia di cui lasceremo al pubblico la conoscenza.
Giuliana De Sio dà corpo alla madre Fran costruendo una figura solida, una figura di riferimento per i figli, una figura forte.
Ma con le sue debolezze celate dietro la forza apparente.
Valerio Binasco, che come il vino buono più “invecchia” più diventa bravo, è Bob, la tenera figura del padre, sovrastato dalla moglie, e innamorato della sua famiglia e del suo giardino.
Molto bravi anche i figli che nominiamo in ordine di età: Stefania Medri, Giovanni Drago, Fabrizio Costella, Giordana Faggiano.
Al Teatro Carignano si è respirata una grande emozione e lo spettacolo ha ricevuto innumerevoli applausi.
Cose che so essere vere di Andrew Bovell, regia di Valerio Binasco con Giuliana De Sio, Valerio Binasco, Stefania Medri, Fabrizio Costella, Giovanni Drago, Giordana Faggiano
Torino, Teatro Carignano, prima nazionale, 7 – 27 ottobre 2024
In apertura, le prove dello spettacolo, foto di Virginia Mingolla
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