Corso Italia 7

Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

Due volumi notevoli per chi ama la letteratura

Da leggere perché… I carteggi dei poeti autentici sono una miniera che contribuisce a chiarire le direzioni del loro lavoro, il farsi dei temi più intimamente urgenti nella ricerca di ciascuno, il contesto in cui sono scaturiti i loro versi, gli ostacoli formali incontrati e tanto, tanto altro ancora

Daniela Marcheschi

Due volumi notevoli per chi ama la letteratura

I carteggi dei poeti autentici sono una miniera che contribuisce a chiarire le direzioni del loro lavoro, il farsi dei temi più intimamente urgenti nella ricerca di ciascuno, il contesto in cui sono scaturiti i loro versi, gli ostacoli formali incontrati e tanto, tanto altro ancora di umanità e di letteratura.

Merita ora segnalare due volumi notevoli sia per i testi pubblicati degli autori sia per gli apparati e le introduzioni dei curatori.

Il primo è l’edizione di Giorgio Caproni-Vittorio Sereni, Carteggio 1947-1983, a cura di Giuliana Di Febo-Severo, Firenze, Olschki, 2019. Nei fatti, le lettere raccolte nel libro disegnano la storia di una quasi quarantennale amicizia stretta in nome della poesia. Ne emergono letture incrociate e predilezioni condivise, ad esempio quella per i versi di René Char, oggetto di loro traduzioni. Affiora, netto, il profilo di un sodalizio. E la volontà di imbastire un dialogo franco che, nonostante le pause, è sempre denso di valori e di slanci comuni nella direzione di un rinnovamento della poesia italiana: vale a dire della “rimaterializzazione” della parola e del dettato su basi diverse rispetto a quelle dell’Ermetismo.

Il secondo è il volume che inaugura la meritoria collana dei “Carteggi leopardiani”: che si configura fin da ora come una impresa editoriale e di studi necessaria per aprire ulteriormente le finestre su tanti aspetti biografici, linguistici, formali della mirabile “officina” leopardiana. Si tratta in particolare di Giacomo Leopardi Carlo Pepoli (1826-1832), a cura di Andrea Campana e Pantaleo Palmieri, Firenze, Olschki, 2023.

Campana e Palmieri sono due studiosi solidi e validi commentatori di Leopardi; Palmieri in specie è fra i più formidabili conoscitori delle opere e della vita del poeta di Recanati. Di Palmieri ricordiamo di aver letto con profitto studi pieni di informazioni precise e chiarificatrici (che consigliamo vivamente di leggere), quali ad esempio Leopardi. La lingua degli affetti e altri studi, Cesena, Società Editrice “Il Ponte vecchio”, 2001; Per Leopardi. Documenti, proposte, disattribuzioni, Prefazione di Emilio Pasquini, Ravenna, Longo, 2013, ma anche Restauri leopardiani. Studi e documenti per l’epistolario, Introduzione di Mario Marti, Ravenna, Longo, 2006.

Leopardi e Pepoli erano fatti per diventare amici: aristocraci, giovani, condividevano l’amore per la poesia e per i classici; ma non furono mai compagni di strada, come sottolinea Andrea Campana. Il loro fu un legame senza quell’affiatamento che consente di instaurare un rapporto duraturo. Ciò nonostante la loro amicizia fu importante. Pepoli aiutò in vario modo Leopardi, che non a caso diresse al primo, nel 1826, una Epistola in endecasillabi sciolti  («Questo affannoso e travagliato sonno./ Che noi vita nomiam, come sopporti,/ Pepoli mio?» ecc. ), inclusa nei  Canti.

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