Corso Italia 7
Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of LiteratureDiretta da Daniela Marcheschi
Ferzan Ozpetek, una Liala dei nostri giorni
Taccuino di lettura. Chissà - ci chiediamo - come avrebbe definito questo autore Umberto Eco, il quale aveva definito Liale due grandi della letteratura italiana come Carlo Cassola e Giorgio Bassani. Il romanzo Cuore nascosto, edito da Mondadori, manca totalmente di stile

Che dire? Non ci sono parole per salvare questo libro di Ferzan Ozpetek, regista a cui in passato è andato un po’ del nostro affetto per le tematiche trattate, per quel mondo vario e colorato che ha portato sullo schermo.
Ma anche come regista, per citare i tre grandi Jannacci-Ponzoni-Pozzetto, non si va oltre a un «bravo, sette più», perché se di temi seri – come le identità sessuali – si deve trattare, chi meglio del grande Pedro Almodovar, che giustamente è stato insignito del Leone d’oro a Venezia, li ha trattati?
Torniamo al libro che, secondo noi, manca totalmente di stile usando un linguaggio che non è semplice, ma banale. Un linguaggio che non riesce mai a spiccare il volo verso quello letterario.
E la vicenda non è da meno: intricata, ma non intrigante.
Una Liala dei nostri giorni.
Chissà, ci chiediamo, come avrebbe definito questo autore Umberto Eco che aveva definito Liale due grandi della letteratura italiana come Carlo Cassola e Giorgio Bassani.
Prendiamo a nostra conferma alcuni piccoli brani, veri e propri esempi di temino da elementare.
«“Ciao! Mi sembra di averti già vista da qualche parte. Sei una compagna di mia cugina Giulia?” le chiese avvicinandosi e sorridendole in modo seduttivo. Alice ne fu subito ipnotizzata»; «Ma lei che ne sapeva della vita segreta di Alice, del suo cuore nascosto che palpitava e soffriva in segreto?»; «Ma Lele le sorrise e suo padre, che si chiamava Mario […]».
Non mancano poi brutte allitterazioni come «Domani Domenico, il proprietario […]» e l’abusato aggettivo «solare» (oggi siamo davvero diventati improvvisamente tutti solari, e prima come eravamo ci viene da chiederci) e i finali dei capitoli che vorrebbero lasciarci in sospeso come i finali delle puntate delle fiction televisive.
Si trova qualche citazione letteraria interessante, come la lettura di un personaggio de Il bacio della donna ragno di Puig, ma per il resto la vicenda non convince e l’amore di cui si parla è tipico dei romanzi rosa.
Una domanda: perché si pubblicano autori che non hanno niente a che fare con la letteratura?
La risposta è ovvia: sono scritti da personaggi famosi, da personaggi che “tirano”.
È più che lecito da un punto di vista editoriale (o imprenditoriale), ma allora non nascondiamoci dietro un fasullo impegno letterario.
Anche per rispetto degli ormai pochi, rari, autentici scrittori.
Ferzan Ozpetek, Cuore nascosto, Milano, Mondadori, 2024
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