Corso Italia 7
Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of LiteratureDiretta da Daniela Marcheschi
Heinrich Böll aveva già visto l’Ucraina
Ovvero, quando la letteratura abbraccia il senso continuo e drammatico del destino dell'uomo. Nel suo primo romanzo, Il treno era in orario, lo scrittore tedesco, premio Nobel 1972, cio introduce in un paesaggio umano e geografico di disperato squallore
Quarant’anni fa, il 16 luglio 1985, moriva Heinrich Böll, forse lo scrittore che meglio rappresenta la nuova narrativa tedesca del secondo dopoguerra. Premio Nobel nel 1972, Böll è autore di opere quali Il treno era in orario, Casa senza custode, E non disse nemmeno una parola, Opinioni di un clown, Foto di gruppo con signora, L’onore perduto di Katharina Blum.
Nel suo primo romanzo, Il treno era in orario, il protagonista è Andreas, soldato semplice tedesco tra gli occupanti in Francia, che viaggia nel 1943 su una lenta tradotta verso il fronte orientale, angosciato dal pensiero della morte.

Il paesaggio umano e geografico del suo interminabile viaggio è di un disperato squallore. Ai finestrini, sotto lo sguardo dei militari, oppressi dal pensiero della vicina sconfitta, scorrono i nomi di località polacche, moldave e, più di altre, ucraine, oggi così tragicamente famose per l’aggressione russa: Przemyśl, Černovci, Stryj, Leopoli.
«Morirò presto, ancora in tempo di guerra» sussurra Andreas, pregando e piangendo. «Non vedrò più la pace. Niente pace. Non ci sarà più nulla, per me: niente musica… niente fiori… niente poesia… Più nessuna gioia umana; presto morirò…».
Quanti soldati ucraini (anche russi, ovvio) avranno pronunciato – e tuttora lo staranno facendo – questo addio alla vita? Ecco come la letteratura abbraccia il senso continuo e drammatico del destino dell’uomo.
Ricordato – a volte riduttivamente – come lo “scrittore delle macerie” per avere duramente denunciato gli orrori della guerra e raccontato la fatica della ricostruzione, Heinrich Böll è anche – ma ci piace ricorrere all’avverbio “soprattutto” – lo scrittore della verità e della potenza immaginativa, fonti insostituibili di una duratura ricostruzione interiore.
La foto di apertura è di Maria Carla Squeo e ritrae un pezzo del muro di Berlino
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