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Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

“Il potere del ciarlatano”, un libro di notevole perspicacia

Da leggere perché… Nel suo saggio, Grete De Francesco approfondisce ad esempio come e quanto questa figura, il cui potere poggia sulla falsificazione, riesca ad acquisirlo attraverso la propaganda, l’esibizione e la diffusione delle «immagini chimeriche di una mezza verità»

Daniela Marcheschi

“Il potere del ciarlatano”, un libro di notevole perspicacia

Postilla sintetica alla già sintetica Bibliografia del numero precedente… Segnaliamo qui un libro dell’anteguerra, ma di notevole perspicacia e interesse in una società dove il ciarlatano prolifera sempre di più, grazie ai recenti mezzi di comunicazione di massa.

Si intende il saggio “opulento” di Grete De Francesco, Il potere del ciarlatano, Vicenza, Neri Pozza, 2021, edito in Svizzera nel 1937, ma tradotto ora per la prima volta dal Tedesco in Italiano e introdotto da Marco Di Serio. Si tratta di un volume la cui pubblicazione  è stata suggerita o caldeggiata dalla insigne poetessa tedesca Christine Koschel, che vive da molti decenni nel nostro Paese.

L’autrice del saggio sulla figura e il ruolo del ciarlatano, dell’imbonitore che circuisce le masse e ne dirige a piacimento gli umori, è in realtà l’ebrea austriaca Margarethe Weissenstein, che nacque nel 1883 a Vienna, ma visse anche a Salisburgo; studiò in Germania a Monaco di Baviera e, dalla metà degli anni Venti, fino al 1934, fu a Berlino, dove la lettura del racconto Mario e il mago (Mario und der Zauberer. Ein tragisches Reiseerlebinis; 1930) di Thomas Mann, mentre Hitler stava salendo al potere, le dette una spinta decisiva alla stesura di questo suo studio cospicuo: in tutti i sensi, perché esso consiste di circa 300 pagine. La Weissenstein fu anche a Parigi e in Italia, dove conobbe e sposò l’ingegnere Giulio De Francesco originario di Rovereto. Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1943, si ritirò in paesini di montagna dell’Italia del nord per sfuggire alla persecuzione nazi-fascista, ma volle rientrare a casa, a Milano: riconosciuta e arrestata il 24 ottobre 1944 in seguito a una delazione, fu deportata il 14 dicembre nel Frauen Konzentrationslager (ossia nel campo di concentramento femminile) di Ravensbrück, dove fu uccisa nel febbraio 1945.

La De Francesco approfondisce ad esempio come e quanto il ciarlatano, il cui potere poggia sulla falsificazione, riesca ad acquisirlo attraverso la propaganda, l’esibizione e la diffusione delle «immagini chimeriche di una mezza verità»;  e come la tecnica sia il corrispondente e sostituto moderno dei portenti dell’Alchimia. Il suo saggio, documentatissimo e ricco come raramente càpita di leggere, si contraddistingue per l’intelligenza critica,  per la qualità e  la eccezionalità dei materiali  anche visivi, che vi sono inclusi: non a caso fu accolto con favore da personalità del calibro dello stesso Mann e di Walter Benjamin.

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