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Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

Il sipario si apre sulla sfaccettata umanità di Puccini

Sessantasei anni di vita, quella del grande musicista lucchese, in cui si sono alternati ritmicamente un destino magnanimo e uno crudele. In scena, in prima nazionale al Giglio di Lucca, il racconto per voce e suoni dell’attore Alessio Boni - che fa percorrere al pubblico, passo passo, quasi prendendolo per mano, la genesi di tutte le opere di Giacomo Puccini - e del compositore Alessandro Quarta, al piano e al violino, con le sue musiche originali ad accompagnare l’abile struttura drammaturgica di Francesco Niccolini, autore dello spettacolo

Mariapia Frigerio

Il sipario si apre sulla sfaccettata umanità di Puccini

Una prima nazionale quella andata in scena al Giglio di Lucca, prodotta dallo stesso teatro in collaborazione con Lucca Comics & Games, in cui si prende in esame la vita di Giacomo Puccini.

Una vita che è stata una vera e propria opera d’arte quanto i capolavori che ci ha lasciato il grande maestro.

Sessantasei anni di vita in cui si sono alternati, ritmicamente, destino magnanimo e destino crudele.

Ma le gioie come le avversità sono state affrontate da un uomo “ricco” dentro.

Ricco di passioni e di entusiasmo.

Si può dire che Puccini sia stato un protagonista all’avanguardia nel suo tempo sia nell’arte musicale sia in quello teatrale.

Diceva: «Il Dio Santo mi toccò col dito mignolo e mi disse: “Scrivi per il teatro: bada bene – solo per il teatro”».

E il Maestro ubbidì con la dedizione che può nascere solo da una vera passione, da un autentico entusiasmo.

Passione e entusiasmo che lo hanno reso quasi l’equivalente di una pop star del suo tempo: famosissima e amatissima.

Tutto questo e molto altro ancora ci viene raccontato da quel grande affabulatore che è Alessio Boni, seguendo l’abile penna del drammaturgo toscano Francesco Niccolini, esperto nel portare in scena vita di uomini illustri o eventi unici e terribili.

Un sodalizio, quello Boni-Niccolini, di cui proprio al Teatro del Giglio avevamo potuto vedere – e scrivere per le pagine di «Avvenire» [19 giugno 2021, NdC] – la vita di Molière.

E insieme a loro, sia allora che ora, Alessandro Quarta, grande compositore e violinista.

Alessio Boni e Alessandro Quarta

Ed ecco qualcosa “in diretta” dallo spettacolo.

Il sipario aperto mostra a sinistra il pianoforte su cui suona, alternandosi alle parole dell’attore, Quarta.

Boni, seduto a destra, inizia: «Era un tipo simpatico, a cui piacevano le donne. Attenzione: aveva anche difetti. Ad esempio non era generoso. Amava bere, mangiare, ma aveva il terrore della morte e dei funerali. Era schiavo dei suoi fantasmi, si mangiava le unghie. Voleva che i librettisti dessero spazio ai personaggi del teatro».

Poi la vita: il padre organista e le vicende di Albina, la madre, che darà alla luce sette figli.

E curiosità come il fatto che Puccini inserirà melodie operistiche, tra le altre musiche, facendo del Caffè Caselli di Lucca una sorta di piano-bar.

Ma sarà solo dopo aver visto l’Aida di Verdi a Pisa che deciderà che la sua strada è comporre musica per il canto.

Milano è la città a cui sarà destinato, perché ha i teatri più importanti: il Teatro alla Scala e il Teatro Dal Verme.

A Richard Wagner che in quel periodo era considerato il padre della lirica, Puccini gli preferisce il Georges Bizet della Carmen.

E poi ama Milano. E a Milano gli succede di tutto.

Boni fa percorrere al pubblico, passo passo, quasi prendendolo per mano, la nascita di tutte le opere, i litigi tra le case discografiche (è conteso dalle due antagoniste Ricordi e Sonzogno), i lutti che lo colpiscono come, tra gli altri, quello della madre che muore a cinquantaquattro anni, l’affetto per Giulio Ricordi, da lui considerato un vero e proprio padre adottivo, che al Teatro Dal Verme gli si presenterà con un contratto.

Poi la vicenda di quella che Manlio Cancogni chiamava la «terribile Elvira», moglie di un ricco droghiere lucchese che lascerà per Giacomo.

Puccini ormai non ha più problemi economici: ricompra la casa di Lucca per le sorelle e per sé quella di Massaciuccoli, luogo da lui adorato, dove si darà alla caccia e alle gozzoviglie.

È ora un uomo ricco: compra, infatti, la prima auto della sua vita, con autista.

È anche un uomo di successo e di successo con le donne.

La rottura della tibia lo terrà, momentaneamente, lontano dalle “corna”.

Nel frattempo muore anche il marito di Elvira.

Puccini così la sposa, ma presto se ne pente.

Compra pure una barca a motore.

Boni non tralascia nel suo lungo racconto, i contrasti tra le case discografiche con la sorta di “agguato” di Sonzogno alla prima della Butterfly alla Scala.

I due atti senza intervallo finiscono tra i fischi.

Con una rinnovata Madame Butterfly debutterà a Brescia. Poi il successo sarà ovunque.

E arriviamo al tragico caso di Dora, la domestica accusata dalla moglie Elvira di avere una relazione col marito.

Per la vergogna la ragazza si suiciderà, ma dall’autopsia risulterà che è… illibata!

Continuano i successi. Per la prima della Fanciulla del West a New York ci saranno ben quarantasette chiamate per gli applausi.

E Puccini diventa non solo ricco, ma ricchissimo.

Compra anche uno yacht che chiamerà Cio Cio-san

La sua vita continua con altri lutti, con altri amori (non più ancillari).

Puccini diventa, come già dicemmo e come dicono il duo Boni-Niccolini, un’autentica rock star.

Non solo! Sarà per certi aspetti il primo testimonial delle aziende italiane.

Indossa infatti cappelli Borsalino e per le auto usa gomme Pirelli.

Fino al tumore alla gola, inoperabile, e la sua morte a sessantasei anni a Bruxelles.

Dopo la sua morte ci sarà il debutto di Turandot alla presenza del Duce che vorrebbe che prima si cantasse Giovinezza, ma Toscanini si rifiuta.

E, nel bel mezzo della Turandot, una voce grida: «Viva Puccini».

A questa voce si uniranno poi mille voci…

Il primo giorno dei Comics si è concluso con questo spettacolo che non solo è un omaggio al Maestro lucchese, ma un lavoro che pur non rivelando niente di nuovo su Giacomo Puccini, ha la capacità, davvero grande, di coinvolgere e commuovere il pubblico, perché commossa è stata anche l’interpretazione di un Boni sempre più bravo, che senza timore definiremmo eccellente.

La commozione delle parole di Boni è stata rafforzata dal piano suonato da Quarta che solo a fine spettacolo ha ripreso il “suo” violino per un insuperabile Nessun dorma.

Cento minuti senza interruzione che hanno incantato il pubblico lucchese.

In scena per i molteplici e calorosissimi applausi, oltre ad Alessio Boni e Alessandro Quarta, anche l’autore Francesco Niccolini e Francesco Rispoli, direttore di scena, chiamato per la sua somiglianza con Puccini a fare una comparsata con gli “abiti” del Maestro sul finire dello spettacolo.

 

Concerto a due per Puccini di Francesco Niccolini, regia di Alessio Boni e Francesco Niccolini, musiche originali di Alessandro Quarta, art Yoshitaka Amano

Lucca, Teatro del Giglio, 30 ottobre 2024

In apertura, foto di Mariapia Frigerio

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