Corso Italia 7

Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

Katherine Mansfield. Quattro Poesie

Daniela Marcheschi

Katherine Mansfield. Quattro Poesie

Le poesie della grande scrittrice anglo-neozelandese Katherine Mansfield (1888-1923) sono ora per la prima volta riunite ed ordinate insieme alle prose liriche a cura e nella traduzione di Maura Del Serra. Questi testi poetici formano l’intenso e multiforme “discanto”, l’officina autobiografica della sua opera, affidata alla rara e precoce perfezione dei celebri racconti brevi, invidiati dall’amica-rivale Virginia Woolf e capisaldi del modernismo europeo. Di Katherine Mansfield si possono leggere anche Tutti i racconti editi da Newton Compton (Roma, 2012, 2a edizione), sempre per la cura e la traduzione di Maura Del Serra.

Le quattro liriche che riproduciamo qui sono tratte dall’ottimo volume Katherine Mansfiled, Poesie e prose liriche, a cura di Maura Del Serra, Pistoia, Petite Plaisance, 2013.

SLEEPING TOGETHER

Sleeping together … how tired you were! …

How warm our room … how the firelight spread

On walls and ceiling and great white bed!

We spoke in whispers as children do,

And now it was I – end then it was you

Slept a moment, to wake – “My dear,

l’m not at all sleepy”; one of us said …

Was it a thousand years ago?

I woke in your arms -you were sound asleep –

And heard the pattering sound of sheep.

Softly I slipped to the floor and crept

To the curtained window, then, while you slept,

I watched the sheep pass by in the snow.

O flock of thoughts with their shepherd Fear

Shivering, desolate, out in the cold.

That entered into my heart to fold!

A thousand years … was it yesterday

When we, two children of far away,

Clinging close in the darkness, lay

Sleeping together? … How tired you were! …

DORMENDO INSIEME

Dormendo insieme … com’eri stanco!

Com’era calda la stanza … e come si spargeva

La fiamma del camino su pareti e soffitto

E sul gran letto bianco!

Come i bimbi, a bisbigli parlavamo,

E a vicenda, svegliandoci da un attimo di sonno –

Uno di noi diceva: “Caro, proprio non dormo”…

Era mille anni fa? Io mi svegliai

Fra le tue braccia – dormivi profondo –

E udii lo zampettare di un gregge. Scivolai

Giù dal letto e raggiunsi la finestra e le tende,

E, mentre tu dormivi, guardai il gregge passare

[nella neve svanendo.

O gregge di pensieri col pastore Spavento,

Che in desolato brivido dal gelo di fuori

Mi entrasti in cuore per avvilupparlo!

Mille anni … ma non era ieri quando noi, due

Bimbi stranieri, stretti nel buio giacevamo

Dormendo insieme? … Com’eri stanco! …

********************

SEA SONG

I will think no more of the sea!

Of the big green waves

And the hollowed shore,

Of the brown rock caves

No more, no more

Of the swell and the weed

And the bubbling foam.

Memory dwells in my far away home,

She has nothing to do with me.

She is old and bent

With a pack

On her back.

Her tears all spent,

Her voice, just a crack.

With an old thorn stick

She hobbles along,

And a crazy song

Now slow, now quick

Wheezes in her throat.

And every day

While there’s light on the shore

She searches for something,

Her withered claw

Tumbles the seaweed;

She pokes in each shell

Groping and mumbling

Until the night

Deepens and darkens,

And covers her quite,

And bids her be silent,

And bids her be still.

The ghostly feet

Of the whispery feet

Tiptoe beside her.

They follow, follow

To the rocky caves

In the white beach hollow…

She hugs her hands,

She sobs, she shrills,

And the echoes shriek

In the rocky hills.

She moans; it is lost!

Let it be! Let it be!

I am old. I’m too cold

I am frightened … the sea

Is too loud … it is lost,

It is gone … Memory

Wails in my far away home.

CANTO DEL MARE

Non voglio più pensare al mare!

Alle grandi onde verdi

E alla concava spiaggia,

Alle grotte di roccia bianca –

Non più, non più pensare

Al flutto e all’alga,

Al ribollir di schiuma.

Vive nella mia casa lontana la Memoria,

Non ha niente a che fare con me.

È vecchia e curva,

Ha un fagotto

Sulle spalle.

Sparse tutte le lacrime,

La voce, un roco schiocco.

Con un vecchio bastone

Spinoso avanza zoppicando,

E una pazza canzone

Ora lenta, or veloce

Le ansima in gola.

Ed ogni giorno

Finché la spiaggia è in luce

Cerca qualcosa,

Il suo artiglio appassito

Fruga le alghe marine;

Fruga in ogni conchiglia,

Brancolando borbotta

Finché la notte

Cala oscura all’intorno

E tutta la ricopre

E le impone silenzio

Ed immobilità.

I piedi fantasmatici

Delle onde mormoranti

Le camminano accanto sulle punte.

La seguono, la seguono

Nelle grotte rocciose

Della concava spiaggia

Bianca … Stringe le mani,

Singhiozza, stride via,

E gli echi urlano erranti

Per i colli rocciosi.

Si lamenta: tutto è perso!

Sia come sia! Sia come sia!

Sono vecchia, agghiacciata,

E spaventata … Il mare

Rimbomba troppo … è perso,

Scomparso … La Memoria

Là geme, nella mia casa lontana.

**********************

SANARY

Her little hot room looked over the bay

Through a stiff palisade of glinting palms

And there she would lie in the heat of the day

Her dark head resting upon her arms

So quiet so still she did not seem

To think to feel or even to dream.

The shimmering blinding web of sea

Hung from the sky and the spider sun

With busy frightening cruelty

Crawled over the sky and spun and spun

She could see it still when she shut her eyes

And the little boats caught in the web like flies.

Down below at this idle hour

Nobody walked in the dusty street

A scent of dying mimosa flower

Lay on the air but sweet – too sweet.

SANARY

La sua calda stanzetta guardava sulla baia

Oltre una palizzata erta di palme lucenti,

Là nell’afa del giorno lei si andava a sdraiare,

La testa bruna tutta reclina sulle braccia,

Così immobile e quieta che neppure sembrava

Pensare né sentire, e nemmeno sognare.

La ragnatela accecante del mare

Giù pendula dal cielo brillava, e il ragno-sole

Con spaventosa crudeltà affannata

Strisciava sopra il cielo e filava e filava-

Lei lo vedeva anche ad occhi serrati

Con le barchette-mosche prese dentro la rete.

E giù, nell’indolenza di quest’ora,

Nessuno nella strada polverosa passava,

Un profumo morente di fiore di mimosa

Ma dolce, troppo dolce, fermo in aria alitava.

***********************

ET APRÈS

When her last breath was taken

And the old miser death had shaken

The last, last glim from her eyes

He retired

And to the world’s surprise

Wrote these inspired, passion-fired

Poems of Sacrifice!

The world said:

If she had not been dead

(And buried)

He’d never have written these.

She was hard to please.

They’re better apart

Now the stone

Has rolled away from his heart

Now he’s come into his own

Alone.

ET APRÈS

Quando il respiro estremo ebbe esalato

E la vecchia rapace morte ebbe predato

L’ultima luce dagli occhi di lei,

Lui si appartò

E con sorpresa del mondo

Queste Poesie del Sacrificio scrisse

Ispirate, roventi di passione!

Se lei non fosse morta

(E seppellita), il mondo disse,

Lui non le avrebbe mai scritte.

Lei era ostica, stanno

Meglio divisi –

Ora il masso

Gli è rotolato via dal petto

Ora è padrone di se stesso,

Solo.

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