Corso Italia 7

Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

L’errore di confondere populismo con demagogia

Non si fa più attenzione alle parole. Non mancano di conseguenza gli strafalcioni. Tanti, tantissimi. Si va pertanto dagli slogan al luogo comune, fino alla mistificazione. C'è un disamore della lingua che fotografa implacabilmente una classe dirigente irrispettosa

Daniela Marcheschi

L’errore di confondere populismo con demagogia

Che i politici usino volentieri formule elaborate, aperte al possibile, è normale; almeno lo è stato, fino a quando, per fare politica, si è ritenuta importante una solida base culturale. Ma, ora che gli strafalcioni sono molto diffusi anche negli interventi dei parlamentari, si va dagli slogan al luogo comune, e anche alla mistificazione.

Non meraviglia in una classe dirigente che mostra non poche volte intendere il suo ruolo come sfruttamento parassitario del lavoro e delle ricchezze costruite anche dalle classi più deboli.

Così, la politica italiana ha confuso “populismo”, cioè l’amore rispettoso per il popolo e le sue fatiche, con “demagogia”, ossia l’amore interessato, opportunistico, del popolo, quello che si solletica appunto con lo slogan e il luogo comune.

Ciò che è peggio è però il fatto che una grande parte degli intellettuali, e anche dei letterati, usi passivamente il termine “populismo” nella stessa accezione di tanti politici…. Ma senza il populismo di cui abbiamo detto, ci sarebbe stato il Partito Socialista di Pertini? Il Partito Comunista di Gramsci? E il pensiero di Gobetti, di Lussu, dei fratelli Rosselli?

Se la classe dirigente per intero di questo paese nutrisse un minimo amore rispettoso per il popolo, potrebbe depredare come ha fatto e fa tante volte (basta leggere il giornale) il bene pubblico?

Disamore della lingua, tradimento del vero.

In apertura, una illustrazione di Doriano Strologo

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