Corso Italia 7

Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

La metafisica dell’arepa

Daniela Marcheschi

La metafisica dell’arepa

Ancora «Kamen’». Questa volta la nostra attenzione si sofferma sulla sezione di poesia dedicata al poeta nicaraguense Anastasio Lovo, a cura di Elena Klusemann. A una scelta di poesie appositamente approntata per la rivista dal poeta nicaraguense, fa seguito il saggio di Daniela Marcheschi: La poesia di Anastasio Lovo e la “Bibliografia essenziale”. Due le poesie che riportiamo, in lingua originale e nella traduzione in italiano. La prima ha titolo “Sonata X del potere”. La seconda è sull’arepa, un panino tipico dell’America Centro-settentrionale, farcito in genere di carne o formaggio.

Anastasio Lovo (in realtà José Anastasio Salvador Lovo Téllez) è nato nel 1952 a Bluefields in Nicaragua. Ha seguito gli studi primari e secondari nella città di Juigalpa, Chontales, dove è vissuto fino ai venti anni. Trasferitosi nella Repubblica del Cile per gli studi universitari, vi si è specializzato in Letteratura Ispano-americana e Semiotica, completando la sua formazione alla Universidad Nacional Autónoma de México (nel 1974)

e alla Universidad Mayor de San Marcos, Lima, in Perú (nel 1975). Nel 1973 ha vinto la selezione del Premio Internazionale di Poesia Apollinaire, Palma de Mallorca, Spagna, ed è stato membro per il Concorso nazionale del Taller de Poesía (Laboratorio di Poesia) della Universidad Católica del Chile (a Santiago de Chile) diretto dal poeta, narratore e drammaturgo, Enrique Lihn. Nel 1984 ha ottenuto la massima decorazione, la Medaglia d’Argento, del 50 Aniversario de la Muerte del General Augusto César Sandino per la realizzazione del documentario A 50 Años Sandino Vive, Managua. Lovo è non solo una delle voci più rappresentative e informate della poesia nicaraguense (peraltro legge bene inglese, francese, italiano e portoghese), ma anche un critico e un ricercatore e documentarista della memoria contemporanea del suo paese. Per il Nicaragua e in Nicaragua non solo ha ricoperto cariche istituzionali, ma ha pure realizzato più di venti documentari sui temi della riforma e della crescita agraria. Ammiratore e amico di una figura intellettuale e poetica carismatica e altamente rappresentativa come Ernesto Cardenal, Lovo è attualmente docente ricercatore presso l’ IMLK-UPOLI (Istituto Martin Luther King, Universidad Politécnica, UPOLI di Managua), membro del Consiglio di Redazione della rivista «Cultura de Paz» e Assessore del Foro Nicaragüense della Cultura. Appartiene alla Sociedad de Escritores del Cile. Nel 2011 il Festival Internacional de Poesía di Managua gli ha reso un «Homenaje» alla carriera; e nel 2012 è stato nominato Presidente del Centro nicaraguense degli Scrittori. Fra le sue opere di poesia da segnalare Mitopoiesis, Barcelona (Es), Ed. Vosgos, 1973; e Sonatas del Poder, México D.F, Serie la Huerta, UNAM, 1979. Fra i saggi critici Soles de Eternos Días, Managua, Editorial NOS-OTROS, UPOLI, 1999.

Sonata X del poder

para Ovidio Ortega

El tañido de la campana estival

Polen de luz nevando el bosque

Sus alas de miel alquitaradas en el laúd de plenilunio

Cuando un trovador asaz provenzal

Sobre la arquitextura de una mariposa de palabras

Versó los pétalos de hielo de una “mariposa de hielo”

A intramuros múrices de Utopía la espléndida

El sitio intemporal del poder ha sido contra Utopía

Aquélla de las mieses de los besos de los versos

Bajo el alón negro de la pólvora no anidan las palomas

Ni las intrépidas torcazas de ceniza tenaz

Ronda sin cencerro el poder carnicero

Más allá de los ácimos dientes de la muerte

Sombras trizadas de piedras trizadas

Durante los lotos en los médanos del sueño

Los locos sacudiendo el polvo de sus sandalias

Embravecidos de amor se llevaron sus cítaras

Por el ancho mar rumoroso albas levaron

Habitando en la luz más un tiempo que un espacio

El tiempo que los mitos cercenaron a la historia

Oh Utopía la de las mieses compartidas

Zozobra salobre en lo palatal

Con su gustito a sangre a sol i a sueño

Oh Utopía las de las mieles esparcidas

(1990)

Sonata X del potere

per Ovidio Ortega

Il rintocco della campana estiva

Polline di luce che inneva il bosco

Le sue ali di miele distillate nel liuto di plenilunio

Quando un trovatore assai provenzale

Sull’architettura di una farfalla di parole

Riversò i petali di ghiaccio di una “farfalla di ghiaccio”

in murici interni di Utopia, la splendida

Il luogo atemporale del potere è stato contro Utopia

Quella delle messi dei baci dei versi

Sotto l’alone nero della polvere da sparo non fanno il nido le colombe

Né le intrepide colombelle di cenere tenace

Fa la ronda senza campanella il potere carnivoro

Più in là degli azzimi denti della morte

Ombre frantumate di pietre frantumate

Durante il loto nelle dune del sogno

I pazzi scuotendo la polvere dai loro sandali

Infuriati d’amore si portarono le loro cetre

Per il vasto mare rumoroso salparono albe

Abitando nella luce più un tempo che uno spazio

Il tempo che i miti mozzarono alla storia

Oh Utopia quella delle messi spartite

Inquietudine salmastra nel palatale

Con il suo gusto a sangue a sole e a sogno

Oh Utopia quella del miele sparso

(1990)

Metafisica de l’arepa

Para mi hija Arena Penélope Laurel

Años hube cavilando

sobre el inane sabor

de la tortilla nuestra

como el sabor de la nada.

Apartemos su luz

su acaecer casera & cotidiana

su tierno olor a paz, tiempo & ceniza.

La tortilla rotunda en su nada

es una luna que posibilita

el sabor de los sabores

Mas en Bogotá aprendí más:

l´arepa es el pan que come la nada.

Cavílote:

niños nuestros de nuestras calles

niños de alcantarillas/gamines bogotanos

algún día amén de comer mierda…

¿Podrán ver la luna

más allá del hambre?

¿Acceder siquiera a ese grado cero

del sabor?

¿Al sabor de la nada?

Santa Fé de Bogotá, Febrero de 1991

Metafisica dell’arepa

Per mia figlia Arena Penélope Laurel

Anni ho dovuto cavillare

sull’inane sapore

della nostra tortilla

come il sapore del nulla.

Separiamo la sua luce

il suo accadere domestico & quotidiano

il suo tenero odore da pace, tempo & cenere.

La tortilla rotonda nel suo nulla

è un luna di possibilità

il sapore dei sapori.

Ma a Bogotà ho imparato di più:

l’arepa è il pane che mangia il nulla.

Cavillo:

bimbi nostri delle nostre strade

bimbi di fogne/gamins di Bogotà

prima o poi amen di mangiare merda…

Potranno veder la luna

più in là della fame?

Accedere almeno a questo grado zero

del sapore?

Al sapore del nulla?

Santa Fé de Bogotá, Febbraio del 1991

Anastasio Lovo

Si ringrazia Amedeo Anelli per la gentile concessione dei testi, tratti da «Kamen’. Rivista di Poesia e Filosofia», n. 43, giugno 2013.

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