Corso Italia 7

Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

L’abito migliore della falena

Felicissimo è l'esordio poetico del toscano Andrea Tuccini, con la raccolta Le case chiuse, edita da Pequod. Sulle umane illusioni la Natura scaglia le sue frecce, e Orfeo non ha imparato nulla dalle piene dei fiumi. Ma osservandola con l'occhio del poeta-scienziato, che concilia ciò che appare opposto, si apre una più salda verità, una nuova consapevolezza. Dunque, «perché tanta paura, se nel piccolo si nasconde tutto?»

David Fiesoli

L’abito migliore della falena

Il bestiario è numeroso: volpi, cani, falchi e gabbiani, rondini e gazze, gatti, civette, squali e serpenti, asini e cigni. E a chiudere la silloge il ragno, che «in attesa della mosca / dona un senso alla sua tela».

Anche il verde è rigoglioso: pioppi, abeti, ontani, ortensie, e la ginestra, che come in Leopardi «rende bella la sciagura».

Poi svettano le cime dei monti, le nubi sono in lotta, le stelle care a Dino Campana qui «hanno curve strette», e le stagioni – tempo mortale eppure inesauribile – scorrono tra i versi furibonde, come l’acqua che si gonfia nei torrenti, e il furore dell’estate che declina rammenta quella amata da Sandro Penna. Chiaro si fa un altro richiamo: come in Emily Dickinson, «nel piccolo si nasconde tutto», e se la poetessa di Amherst si fa il segno della croce «nel nome dell’ape, della farfalla e della brezza», anche Andrea Tuccini, poeta toscano e biologo di formazione,  non pone confine tra Fede e Natura: «Credo nel lichene / e ho fiducia nella gazza».

Ma la classicità di Tuccini non si manifesta soltanto nei solidi richiami ai poeti sublimi[1], fin qui citati, ma anche nell’accostarsi a quei poeti-scienziati che rivelano una verità «indiscutibile quanto semplice, radiosa quanto spoglia, e che è per questo due volte poesia»[2]. Ad esempio: Gottfried Benn, o Primo Levi. Risuona in ciascuno Empedocle, col doppio sguardo di scienziato e di poeta, che concilia ciò che apparentemente è opposto. Ovvero: il regno dove si indaga l’indagabile e si  accoglie serenamente l’imperscrutabile.

Così, nei versi di Tuccini, il poeta e lo scienziato sono uniti nella capacità di osservare il visibile e l’invisibile: seguono il filo, sottile e resistente come una tela di ragno, che innerva poesia e scienza, anche attraverso il mito. Ed Orfeo è colui che «continua a voltarsi. / Non ha imparato niente dalle piene / dall’impeto del fiume / che scorre a valle».

Poesie in cui la Natura sfreccia e sferraglia sulle umane illusioni: l’uomo crede che tutto ciò che lo circonda corra sui binari da lui costruiti, e a lui sempre paralleli, quando invece, alla fine, c’è l’incontro – o lo scontro – nel cerchio in cui la Vita e la Morte sono unite. Nei versi del poeta toscano, come sottolinea Daniela Marcheschi nella prefazione, anche la perdita, nella sua crudezza, è vita rianimata da consapevolezza nuova. Dunque, incontro.

Ecco che, oltre la catena dei monti, i morti tagliano l’aria coi loro richiami. Per chi sa ascoltare, la paura delle vette si smorza via via, «nel mettere male il piede / alla conquista della memoria / una strada di montagna / dove è impossibile tornare indietro».

Nei versi di Tuccini, l’orizzonte si apre e lascia entrare tutto quel che può: certamente «è difficile capire se è la forma / di una nuvola o una chioma / a stamparsi sulla strada», ma «la bellezza è nel fluire delle acque / è la falena nel suo abito migliore».

 

Andrea Tuccini, Le case chiuse, prefazione di Daniela Marcheschi, Ancona, Pequod, 2025

 

[1]Marina Cvetaeva definisce sublimi i poeti che  abitano altezze montane e svettano come cipressi verso l’alto, piuttosto che essere grandi come querce: «Non c’è poeta più grande di Goethe, ma ci sono poeti più sublimi come il suo più giovane contemporaneo Hölderlin, frequentatore di altezze montane di cui Goethe era soltanto ospite». (Il poeta e il tempo, a cura di S. Vitale, Milano, Adelphi, 1984, p. 93).

[2] Cristina Campo,  Sotto falso nome, a cura di M. Farnetti, Milano, Adelphi, 1998, pp. 31 – 32.

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia

Iscriviti alle
newsletter