Corso Italia 7

Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

Quando il Graphic Novel si fa teatro

A volte le arti si incontrano, e il risultato è un lavoro interessante e particolare. È il caso di Lucrezia forever!, uno spettacolo nato dalla collaborazione tra Lucca Comics e il Teatro del Giglio. La protagonista, interpretata da Amanda Sandrelli, è l’unica attrice vivente in scena: a dialogare con lei sul palco troverete solo personaggi a fumetti. Una buona dose di leggerezza che ha divertito il pubblico, seppur con qualche perplessità

Mariapia Frigerio

Quando il Graphic Novel si fa teatro

Un progetto interessante quello nato dal sodalizio tra Lucca Comics & Games e il Teatro del Giglio e basato sul protocollo d’intesa “Lucca città del teatro e del fumetto”, firmato dai due enti, per sperimentare processi di contaminazione tra il teatro e altre discipline artistiche come i fumetti.

Il Graphic Novel è ormai un genere letterario assodato. Basterebbe, per averne un’idea, pensare a Àngel De La Calle con i suoi Ritratti di guerra e Tina Modotti, una donna del Ventesimo secolo, ad Andrea Ferraris con Storia di Sarvari per finire col bravissimo Bastien Vivès di Polina.

Ecco allora Lucrezia forever! portare sul palcoscenico lucchese il Graphic Novel Theatre: un’attrice vivente e tre attori animati per dar vita in scena alle vicende di Lucrezia, personaggio ideato dalla fumettista vicentina Silvia Ziche, che rappresenta il mondo femminile contemporaneo.

Lucrezia di Silvia Ziche

L’autore e regista è Francesco Niccolini (premiato per questo lavoro con il Premio Nazionale Franco Enriquez 2021) che in questa sua drammaturgia si è ispirato alla Lucrezia della Ziche.

È lo stesso Niccolini a precisare che, nonostante ci sia un solo attore vivente in scena, questo non è un monologo, perché Amanda Sandrelli dialoga con tre attori a fumetti e ha una fitta rete di telefonate e messaggi WhatsApp.

La vicenda è scontata, ovvero la single che è alla perenne ricerca del principe azzurro e si divide tra un amante sposato, uno non sposato, ma che la lascia e Luca-l’acaro, il suo primo ex, inglobato nel suo divano…

Amanda Sandrelli in uno scatto di Mariapia Frigerio

Così tra le bugie degli amanti e le rinunce di Lucrezia si snoda la vicenda arcinota delle donne e ci si chiede cosa sia cambiato dai tempi delle lettere a Donna Letizia su «Grazia», insomma una sorta di déjà vu, compresi i disegni della Ziche così vicini al tratto della Nidasio.

Si apprezza di questo spettacolo la buona volontà nelle sperimentazioni (il mix di drammaturgia, fumetto e abilità digitali per le scene e le animazioni, le interazioni grafiche) a cui si aggiunge la divertente trovata del lavoro della protagonista, traduttrice di bugiardini, che eleva a livello letterario, per finire con la nonna “animata” parlante dal quadro del salotto e sua interlocutrice.

Ma l’uso da parte della vecchia di volgarità lascia perplessi. Il pubblico ride, si diverte, ma si sa quanto sia facile riconoscersi in un linguaggio usato ed abusato.

Bisognerebbe ricordare che le cosiddette “parolacce” hanno una loro dignità letteraria, una loro estetica.

Cosa poteva scrivere di meglio Dante quando vide Taide che non «la puttana che rispuose»?

Ma in Lucrezia forever! l’estetica va a farsi benedire per divenire il nostro turpiloquio quotidiano, un turpiloquio “democratico” senza alcuna distinzione né di sesso né di età.

Amanda Sandrelli, figlia di due miti, si muove sul palco con grande naturalezza.

E lo spettacolo, che diverte il pubblico, scivola via in meno di un’ora e mezzo.

Amanda Sandrelli in uno scatto di Mariapia Frigerio

In apertura, foto di Maripia Frigerio

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