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Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

Quando intelligenza e sensibilità diventano spettacolo

Lo spettacolo Elengazissima, con Gianluca Gori - Drusilla Foer, è stato accolto al Teatro Manzoni di Milano il 2 e il 3 dicembre. È un recital, perché si canta, si balla e si racconta, quello che ha pervaso la scena, coinvolto e fatto emozionare il grande pubblico nel corso delle due serate. Sono tanti i componenti che hanno partecipato all’ottima riuscita del lavoro. Scopriteli con noi

Mariapia Frigerio

Quando intelligenza e sensibilità diventano spettacolo

È un personaggio, Drusilla Foer, signora âgée dell’alta società, prodiga di consigli e di saggezza mista a un pizzico di follia che ha, pirandellianamente, trovato il suo autore o, per dirla con Artaud, il suo doppio, in Gianluca Gori.

Fin dai suoi albori in quello greco, passando per la Commedia dell’Arte e oltre, il teatro ci ha abituato a inversione di ruoli e travestimenti.

Così nessuno sconvolgimento per Eleganzissima spettacolo che diverte ed emoziona al tempo stesso con temi come la pazzia e l’emarginazione e con i pensieri di una bimba che, dietro le tende, “cattura” con lo sguardo stralci di vita altrui.

È un “recital”, viene detto a inizio spettacolo, perché si canta, si balla, si racconta.

Un recital profondo e leggero a un tempo, con il potere di fare vibrare all’unisono il pubblico.

Il direttore artistico Franco Godi

Ma c’è un pezzo da brivido ed è il racconto dell’incontro, in una cioccolateria di Bruxelles, tra la vecchia signora e un giovane e bellissimo malato di mente che libera i cioccolatini (la vita segreta delle cose…) dalle loro fantasmagoriche cartine, le piega con cura, come in un rito, per poi, stropicciandole, farle suonare per l’amata morta.

È la tragica storia di due amanti in una casa di cura e non ha più importanza se sia realtà o finzione, se la signora Foer sia vissuta veramente a Bruxelles oppure no.

Il pubblico lo crede, perché questo è il teatro: una miscela ben dosata di verità e invenzione che è poi l’ambiguità del reale, la stessa che è in mostra nel Realismo Magico a Palazzo Reale. Basterebbe questo pezzo di rara sensibilità, che si conclude con una straziante interpretazione di Sognando di Don Backy – la canzone sui manicomi –, a sostenere tutto lo spettacolo che invece ha molto altro.

Si parla di abbandoni, ma anche di amori sereni (emozionante il duetto di Drusilla Foer con Giovanni Caccamo – il giovane cantautore scoperto da Battiato – chiamato dalla platea), di vicende intense e malinconiche, come la vita, vera o presunta, del personaggio Drusilla che, per raccontarci di sé o dell’incontro col suo pianista, Loris Di Leo, ci canta le canzoni che ama e che conosce «perché la musica è la macchina del tempo più efficace».

Il pianista Loris Di Leo

Niente cose di sinistra, dunque, come avrebbe voluto il pianista, niente Gaber o Jannacci. Del resto che senso avrebbe, viene detto ironicamente, «Foer canta Gaber»?

Ascoltiamo così interpretazioni da Mina, nel bellissimo swing di Luttazzi Canto (anche se sono stonato), a Milly con l’allusiva Preghiera a Sant’Antonio, da David Bowie con Life on Mars? a Gloria Gaynor di I am what I am, da Buongusto di Quando mi dici così ai tanghi, alle musiche brasiliane, al famosissimo Mambo italiano e infine di nuovo alla Gaynor di I will survive, reinterpretata ponendo attenzione al dramma che il testo, non più assoggettato al ritmo incalzante della musica, disvela.

Ma si sa che Drusilla Foer interpreta anche Battiato di La canzone dei vecchi amanti (La chanson des vieux amants di Brel), Dalla di La casa in riva al mare, storia d’amore di un detenuto, Cristicchi di Ti regalerò una rosa, di nuovo sui manicomi, My funny Valentine di Chet Baker, Smile di Chaplin.

Si capisce che alle spalle di Gianluca Gori c’è una solida cultura artistica oltre che musicale.

Gianluca Gori

Infine, portando sul boccascena un leggio («mi sembra di essere una di quelle caposala che portano la flebo!») Drusilla/Gianluca legge le sue pillole di saggezza.

Così, partendo dall’essere stato al Teatro dei Differenti di Barga, ragiona sul tema della differenza, sull’importanza dell’unicità dell’individuo che è la sua fragilità, ma anche la sua forza contro l’omologazione, terreno su cui facilmente attecchiscono le dittature.

Poi sul fatto che spesso le convinzioni sono solo convenzioni e che solo il confronto porta all’amore.

Si sofferma sul diverso significato di levità e superficialità per finire affermando che la dolcezza vince su tutto. Smile…

Per quanto non siano mai accettabili i paragoni, ciò che colpisce in Eleganzissima è qualcosa che apparteneva al teatro dell’inarrivabile Paolo Poli: la bellezza raffinata ed elegante, con discesa tra il pubblico e l’uso sapiente dei bis.

Paolo Poli e Gianluca Gori rappresentano entrambi il teatro come dono, quel dono che gli spettatori si aspettano di trovare nel buio di una sala.

Gian Renzo Morteo, storico e teorico del teatro, traduttore e redattore della Collana di teatro Einaudi, docente di Storia del Teatro nelle Facoltà di Lettere e Filosofia, insegnava ai suoi allievi che le più riuscite forme di teatro erano la Messa e le partite di calcio in quanto le uniche dove era possibile una completa interazione tra attori e pubblico, tra gli officianti e i fedeli, tra i giocatori e i tifosi.

La stessa interazione tra pubblico e attore dell’Eleganzissima di Gori.

Non si può tralasciare di dire, infine, che lo spettacolo è frutto di una squadra ben assortita.

Il sassofonista Nico Gori

Il merito dell’indiscutibile successo va così non solo all’eccezionale Gianluca Gori, ma anche a Loris Di Leo, al piano, a Nico Gori, che alterna sax e clarinetto, entrambi di rara bravura, ma soprattutto a chi ha creduto in questa operazione, il direttore artistico Franco Godi – autore di jingle famosissimi da Tanti baci Perugina a Unomattina –, lui stesso, a volte, in scena per accompagnare con la sua chitarra.

In un Teatro Manzoni pienissimo, ci sono stati applausi e ovazioni per tutti gli artisti.

Pubblico in coda per Eleganzissima. Foto di Mariapia Frigerio
Il teatro Manzoni si sta riempiendo. Foto di Mariapia Frigerio

Scatto rubato. Foto di Mariapia Frigerio

Foto in apertura Gianluca Gori/Drusilla Foer

Le foto, salvo dove indicato, sono di proprietà del gruppo teatrale

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