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Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

Un diavolo di donna o una donna diavolo?

Galleria Teatrale. Lulu Raczka, classe 1991, nella sua nuova commedia Women, beware the devil mette in scena sesso, violenza e magia nera. Con la regia di Rupert Goold, lo spettacolo fa riflettere sul concetto di bontà, sulle richieste impossibili poste alle donne e sull'assurdità degli uomini, sull’ambizione e sulla natura del male

Mariapia Frigerio

Un diavolo di donna o una donna diavolo?

Di frequente il nome di un teatro è di per sé un marchio di garanzia.

Questo è sicuramente il caso dell’Almeida Theatre londinese nel quale si sono susseguiti direttori di gran nome come l’attuale Rupert Goold, regista di Women, beware the devil della pluripremiata e giovanissima autrice Lulu Raczka.

Foto di Mariapia Frigerio

Nata a Londra nel 1991 la Raczka, con questa sua nuova commedia, mette in scena sesso, violenza e magia nera.

È infatti Satana (l’attore Nathan Armarkwei-Laryea) il primo a presentarsi e a rivolgersi direttamente al pubblico, lamentandosi del fatto che le persone non credono nel male come una volta, quindi cosa deve fare un diavolo?

E non ha torto quando tranquillizza gli spettatori sulla lunghezza del testo, perché, spiega, «la commedia è divertente».

Ci riporta quindi nel XVII secolo, dove il pubblico segue le macchinazioni di Elisabeth (Lydia Leonard), un’aristocratica caduta in disgrazia, disposta a tutto pur di salvare la sua fatiscente tenuta di campagna… persino fare un patto con il diavolo.

Foto di Mariapia Frigerio

L’opportunità le si presenta nelle vesti di Agnes (Alison Oliver), una serva accusata di stregoneria, a cui potrebbe essere risparmiata la forca se mettesse a frutto i suoi “talenti”, assicurando una sposa ricca al dissoluto fratello di Elisabeth, Edward (Leo Bill), un pomposo idiota con un debole per dormire – o forse violentare – le serve.

Insomma un gioco di manipolazioni per i piani malvagi della padrona di casa.

Quello che all’inizio potrebbe rimandare a Il crogiolo di Miller, segue poi direzioni diverse.

La trama trova il suo fulcro nella camera da letto, da cui partono sia l’aggressione incestuosa sia la gravidanza.

Camera da letto che diviene essa stessa personaggio fuoriuscendo e rientrando all’interno del pavimento ad ampie mattonelle, simbolicamente, in bianco e nero.

La giovane strega riesce poi a ricomporre la realtà: gli scapoli si svegliano sposati, i ricchi si svegliano poveri.

Foto di Mariapia Frigerio

Lulu Raczka fa riflettere sul concetto di bontà, sulle richieste impossibili poste alle donne e sull’assurdità degli uomini, sull’ambizione e sulla natura del male.

Una giovane autrice interessata a esplorare il modo di agire delle donne che vedono il mondo in modo diverso e in modo diverso agiscono.

Un lavoro il suo che è antidoto a un panorama teatrale che spesso descrive donne solo simpatiche.

La sua è invece una visione delle donne decisamente originale, con donne terribili che infliggono violenza ad altre donne con ogni mezzo: violenza psicologica e violenza fisica.

Ottimi gli attori: dalla connivente Agnes della Oliver alla vile Lady Elizabeth della Leonard a Leo Bill nei panni del fratello, figura divertente nonché caricatura ridicola, al simpatico Satana di Nathan Armarkwei-Laryea.

Foto di Mariapia Frigerio

Splendidi i costumi d’epoca di Evie Gurney e le scene di Miriam Buether con tavole apparecchiate degne della sontuosità di certi dipinti olandesi.

Non c’è che da rallegrarsi che il teatro torni in mano, come in Donne, attente al diavolo, a compagnie di giovani appassionati che riescono a operare all’unisono.

In apertura e all’interno, foto di Mariapia Frigerio

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