Corso Italia 7
Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of LiteratureDiretta da Daniela Marcheschi
Una cerimonia… diversa
Una messa funebre per un “bellone” massaggiatore di celebrità. A officiare è Padre Geoffrey Jolliffe, che con il turibolo continua ad aspergere i fedeli con i fumi dell’incenso. Le battute, tante, divertenti, forse troppe? «È incenso, non cannabis». Alan Bennett - con la sua commedia rappresentata al Teatro Gobetti di Torino con la regia di Roberto Piana e Angelo Curci - è autore di elegante e acuminata perfidia. In questo testo sa miscelare sapientemente sacro con profano, corpo e spirito

Ancora a sipario chiuso un profumo d’incenso si diffonde in platea.
Poi il sipario si apre e ci troviamo a tutti gli effetti in una chiesa con a sinistra ceri accesi, a destra un cavalletto con un telo che copre un ritratto (no, no, non è Dorian Gray, anche se…) e al centro un elemento cilindrico che, girando su sé stesso, propone, a seconda della necessità, un pulpito per la predica o la lettura di testi sacri, un confessionale, una panca per dialogare.
Qui si svolge La cerimonia del massaggio che è proprio una cerimonia religiosa, ovvero la messa funebre per un “bellone”, massaggiatore di celebrità.
Chi officia tutto è Padre Geoffrey Jolliffe che col turibolo continua ad aspergere il pubblico della platea con i fumi dell’incenso.
Poi questo sacerdote, che si autodefinisce «un po’ sopra le righe», continuerà per tutto lo spettacolo a parlare principalmente con sé stesso dicendo tra le prime battute che «una funzione è una recita» – ma questo lo sanno tutti gli esperti di teatro – e guardando la platea, per l’occasione illuminata, come se fosse l’accolita di fedeli, ne riconosce tutti gli amici del defunto Clive, di cui nel frattempo ha disvelato il ritratto sulla destra levando il drappo che lo copriva.
Eccolo – mentre guarda il pubblico di “fedeli” – riconoscere la scrittrice, l’attore, gente che non si fa scrupolo di indossare gli infradito in un luogo sacro, altri che firmano autografi.
E poi via con battute (troppe?) divertenti come «femminismo ultima spiaggia», «queste sono stazioni della via crucis non quadri in esposizione», e «è incenso non cannabis», «acquasantiera, non grosso posacenere» fino a «la divinità ha un coté malvagio». Tra tutte la più bennettiana: intelligente e perfida.
Di nuovo si torna al teatro con l’affermazione «i fedeli sono un pubblico», e dopo aver constatato che Clive conosceva molte persone, il sacerdote inizia a dialogare con loro.
Fino al discorso sulla castità… la sua, e il fatto che il suo amore per Clive era un amore… mercenario.
Una Messa funebre che si celebra in tutte le sue parti: dalla lettura della prima lettera di san Paolo, alla Comunione, all’immancabile amen finale.
C’è anche il momento di suspence: sì, insomma, la paura di certe malattie di tipo sessuale e l’eventuale contagio tra tutti i frequentatori del massaggiatore.
Ricordiamo che Alan Bennett, sceneggiatore, attore e saggista, è autore di elegante e acuminata perfidia e che in questo testo sa miscelare sapientemente sacro con profano, corpo e spirito.
Ed è dichiaratamente gay.
Tuttavia la pietas di La signora nel furgone o di Scritto sul corpo, che sappiamo appartenere anche a questo scritto, non si percepisce nel monologo di Gianluca Ferrato come sfugge l’eleganza dell’ironia di Una visita guidata o di La sovrana lettrice a favore di una comicità più immediata, ma meno sofisticata.
Ferrato è certamente un attore molto dotato, che sa tenere sapientemente la scena e di questo non possiamo che complimentarcene.
Dalle risate continue del pubblico è sicuramente, quello dell’attore torinese, un Alan Bennett irresistibile.
Per noi solo un Alan Bennett in tono minore (attenzione: parliamo dello spettacolo non dell’autore).
A questo proposito ci viene in mente una esilarante battuta di Paolo Poli all’epoca del Fuori e dell’Arcigay a cui veniva continuamente invitato: «Odio le conventicole. Quando esco mi verrebbe da scrivere sui muri W la …»
La cerimonia del massaggio, di Alan Bennett, regia di Roberto Piana e Angelo Curci con Gianluca Ferrato.
Torino, Teatro Gobetti, 13 -18 maggio 2025.
In apertura, “La cerimonia del massaggio”, foto di Neri Oddo
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