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Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

Una gabbia al libero pensiero

Ezra in gabbia o il caso Ezra Pound, scritto e diretto da Leonardo Petrillo, si basa sugli scritti e sulle dichiarazioni dello stesso Pound. Uno spettacolo che, come scrive il regista, tratta delle sue ossessioni: quelle per la giustizia, per la libertà, per l’usura che corrode il mondo

Mariapia Frigerio

Una gabbia al libero pensiero

Ezra in gabbia o il caso Ezra Pound scritto e diretto da Leonardo Petrillo con Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini
Lucca, Teatro del Giglio, 23-24 marzo 2024

Bello ritrovare Mariano Rigillo dopo la 60^ edizione del Premio Vallecorsi di Pistoia in cui, il 21 ottobre ’23, nella Sala Maggiore del Comune di Pistoia, fu tra i premiati speciali per il suo ruolo di attore, insieme a Mariangela D’Abbraccio, attrice, al fotografo teatrale Tommaso Le Pera, al regista-costumista-scenografo Pier Luigi Pizzi.

Ora, è al Teatro del Giglio, nello spettacolo dedicato alla tragedia di uno dei massimi poeti del Novecento, all’interno della settimana dedicata a tre grandi irregolari del secolo passato, ovvero PPP: Pea, Pasolini, Pound.

Così dopo aver incontrato nella Fondazione Banca del Monte di Lucca il pubblico insieme ad Anna Teresa Rossini – che con lui divide la scena – e al regista Leonardo Petrillo, eccolo impegnato per due sere nello spettacolo Ezra in gabbia o il caso Ezra Pound.

Uno spettacolo, non solo diretto, ma anche scritto da Leonardo Petrillo che si è basato sugli scritti e sulle dichiarazioni dello stesso Pound.

Uno spettacolo che, come scrive il regista, tratta delle sue ossessioni: quelle per la giustizia, per la libertà, per l’usura che corrode il mondo.

Ma perché in gabbia?

Per via della sua detenzione in una gabbia di acciaio, senza servizi igienici, esposto indistintamente al freddo e al caldo, per l’accusa di razzismo.

Certo aveva simpatie per il fascismo, forse ingenue, ma non è in un discorso politico, che non saremmo in grado di affrontare, che vogliamo addentrarci.

Vorremmo mettere in risalto invece quello che accade in scena, la bravura dell’attore e della sua compagna – di scena e di vita – Anna Teresa Rossini che dà voce ai Cantos.

Una voce pacifista, che sostiene che non esistano guerre giuste, che dal grano nasce qualcosa e dal denaro non nasce niente, un pensiero che in tempi più recenti sarà ripreso da De André.

La voce di Rigillo-Pound ci dice che Hemingway lo critica, che Montale lo definisce un buffone, che il confucianesimo è un’etica e, rivolgendosi direttamente al pubblico, quanto abbia sofferto la solitudine.

E, ancora, che la vera ricchezza, sta nella mente e nel cuore, che bisogna lavorare meno per lavorare tutti, difendendo il diritto all’ozio che è il tempo libero liberato dall’ansia.

Ci dice di aver aderito alla Repubblica di Salò quasi per un’idea platonica, per la quale ha «creduto a Salò come all’Italia» e di aver «amato l’Italia e l’America».

Dichiara la missione educativa dei suoi Cantos dove c’è tutto, quasi un mosaico della cultura mondiale ma che, soprattutto, sono musica.

Così in un lungo narrare, inframezzato solo dalle letture della Rossini, Pound dichiara divertito di avere il nome di una moneta e, ritornando serio, che «non c’è intelligenza senza emozione» per concludere che «quello che veramente ami rimane, il resto scorre».

Grande impatto sul pubblico del Maestro Rigillo che lo ha subissato di applausi insieme ad Anna Teresa Rossini.

In apertura, Ezra in gabbia. Foto di Pino Le Pera

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