Ci sono soluzioni nuove e migliorative per il comparto oleario
A Ragusa sono stati presentati i risultati finali del progetto capitanato da Frantoi Cutrera, In.Mi.Qu.Oil, dalla durata di due anni più uno di proroga. Nato con l’obiettivo di diffondere tecnologie innovative in supporto agli attori della filiera olivicola, il tema della sostenibilità ricopre uno degli aspetti più importanti su cui occorre lavorare in relazione ai cambiamenti climatici. Sarà presto disponibile un manuale divulgativo con tutti i dettagli
Si è recentemente svolto, presso la Camera di Commercio di Ragusa, il convegno di presentazione dei risultati finali del progetto In.Mi.Qu.Oil finanziato dal PSR Sicilia, misura 16, sottomisura 16.2, “Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie”.
I lavori sono stati introdotti e moderati dal dottor Giuseppe Spina, responsabile tecnico del progetto In.Mi.Qu.Oil, e dal dottor Giuseppe Cicero, Innovation Broker per il progetto.
Il dottor Spina illustra tutte le attività del progetto che è durato due anni più un ulteriore anno di proroga. “Nel perfetto intento della misura 16 del PSR, che nasce per stimolare la cooperazione tra gli attori della filiera, il progetto si è posto l’obiettivo di diffondere le tecnologie per dare soluzioni nuove e migliorative alle aziende attraverso l’intervento della ricerca. Il capofila, l’azienda Frantoi Cutrera, ha capitanato il progetto il cui beneficiario è stato il Gruppo di Cooperazione Innovoil”.
Anche il dottor Cicero parla delle connessioni fondamentali tra tutti gli attori del progetto, la cui sintonia è stata il motore di tutte le attività svolte. Inoltre, il dottor Cicero pone l’accento su una parola che è stata, e sarà sempre più, il filo conduttore di tutti i progetti futuri, la sostenibilità.
“L’importanza del risparmio idrico in relazione ai cambiamenti climatici, infatti, darà sempre più la spinta alle ricerche sulla sostenibilità degli impianti superintensivi e sull’importanza dell’agricoltura di precisione”.
In questo contesto, il dottor Cicero auspica con decisione l’attuazione di un Piano olivicolo regionale, che richiede l’attenzione della politica della regione Sicilia.
Il dottor Rodolfo Occhipinti presenta i risultati di Sata, società di consulenza agronomica che ha dato un forte contributo al progetto attraverso l’applicazione della piattaforma Agricolus, che è stata settata e validata sul territorio della Dop Monti Iblei. Questa piattaforma gestionale permette la digitalizzazione di tutti i dati aziendali, dalla mappatura dei campi alle attività svolte in azienda, ai monitoraggi.
“La piattaforma recepisce i dati sia da capannine virtuali, attraverso le letture satellitari, che attraverso le capannine fisiche, che forniscono un dato più preciso. Il sistema è molto efficiente per la gestione del piano di irrigazione in base al modello previsionale e ai dati climatici registrati. Fornisce informazioni sul vigore delle piante, sullo stress idrico e sugli attacchi dei fitofagi. Durante il progetto sono stati condotti monitoraggi sulla mosca dell’olivo e sulla tignola attraverso l’uso di fototrappole e rilievi in campo. La piattaforma può essere gestita tramite una app da scaricare sullo smartphone e aiuta a decidere il momento giusto per andare in campo, in linea con l’agricoltura di precisione”.
Interviene la dottoressa Veronica Vizzarri, ricercatore del Crea, Centro di ricerca Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura della sede di Rende, che si occupa di difesa fitosanitaria sostenibile. La dottoressa ha parlato a lungo del significato di qualità per un olio extra vergine di oliva. Riguardo agli attacchi dei fitofagi alle drupe in campo, la dottoressa ha effettuato il monitoraggio del livello di infestazione su cento olive per singolo campione, raccolto in ognuna delle aziende partner da agosto a novembre.
Le differenze climatiche registrate tra il 2022 e il 2023 hanno portato a risultati molto diversi, infatti, per via del picco di circa 43°C registrati nel luglio 2023, le punture di ovideposizione di mosca erano presenti sulle drupe ma lo sviluppo larvale non proseguiva (punture sterili). Quindi, gli effetti del cambiamento climatico saranno visibili certamente nel ciclo vitale degli insetti.
“Occorre effettuare sempre un monitoraggio conoscitivo dei fitofagi presenti nell’azienda per poi effettuare un mass trapping accompagnato da lotta con sostanze repellenti (ad esempio il caolino) per infastidire gli insetti e la deposizione. Questi interventi non possono prescindere da un monitoraggio costante e dalla formazione di figure professionali, e sono la chiave di una difesa efficiente”.
Il dottor Filippo Ferlito, Primo ricercatore del Crea, Centro di ricerca Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura della sede di Acireale, espone i risultati dell’attività da lui condotta, che riguarda le tecniche razionali di gestione della chioma in oliveto. Il dottor Ferlito espone i risultati del progetto che sono in linea con diversi altri progetti già conclusi e finanziati dal Masaf.
“Negli ultimi anni c’è stato un aumento sia delle temperature minime che delle massime registrate negli appezzamenti, e la corretta gestione del suolo e della flora spontanea concorre a ridurre lo stress idrico”.
“La gestione dell’oliveto dovrebbe prevedere una sostenibilità ambientale, sociale ed economica, anche se purtroppo non sempre queste tre componenti vanno nella stessa direzione”. Riguardo alla gestione della chioma, il dottor Ferlito, alla luce dei risultati, auspica una prima potatura più incisiva ed una più leggera l’anno successivo, che permettono di ripristinare la chioma e la produttività della pianta nel tempo più breve, soprattutto per il recupero di oliveti tradizionali.
“In nessun caso l’olivo può essere una coltura marginale ma deve essere trattato come tutti i fruttiferi”, afferma il dott. Ferlito, alla luce di anni di attività progettuali dedicate al miglioramento delle tecniche di gestione del suolo e della chioma dell’olivo.
L’ultimo oratore della giornata è il dottor Innocenzo Muzzalupo, Dirigente di ricerca del Crea, Centro di ricerca Foreste e Legno di Rende, che si collega da remoto per esporre i risultati del monitoraggio dei parametri chimico-fisici delle drupe e degli oli campionati, anche per quanto riguarda l’uso di tecniche innovative in frantoio, quali protoreattore ed ultrasuoni.
Il dottor Muzzalupo espone e discute tutti i grafici che mostrano l’andamento dei i parametri chimico-fisici delle paste delle olive e degli oli delle campagne olivicole monitorate durante il progetto attraverso l’utilizzo di strumentazione FT-NIR nel suo laboratorio. Queste analisi sono state affiancate da tecniche cromatografiche (HPLC) per i fenoli dell’olio, analizzati da me (Primo ricercatore del Crea di Acireale e responsabile del progetto per il Crea) ed infine da studi di tracciabilità attraverso l’analisi dei rapporti isotopici di carbonio e ossigeno, analizzati con lo spettrometro di massa (IR-MS) dalla dottoressa Margherita Amenta, ricercatore del Crea di Acireale. Tutti i risultati delle analisi effettuate con il NIR confermano i dati ottenuti dal monitoraggio dei fitofagi.
Per quanto riguarda l’analisi dei composti fenolici degli oli, l’utilizzo del protoreattore ha determinato un contenuto maggiore di alcuni singoli fenoli e dei fenoli totali negli oli, mentre non si è riscontrata una differenza significativa tra l’uso degli ultrasuoni e le tecniche tradizionali di estrazione per quanto riguarda il contenuto totale dei fenoli. Per quanto riguarda la tracciabilità, solo i rapporti isotopici dell’ossigeno dei campioni analizzati hanno potuto riscontrare e confermare le differenze pedologiche delle diverse zone di prelievo delle olive.
Finita l’esposizione dei lavori, si è acceso un dibattito in cui sono intervenute aziende, ricercatori del Cnr e Irvo. La giornata si è conclusa con le considerazioni ed i ringraziamenti del dottor Spina e del dottor Cicero, annunciando che entro l’anno in corso verrà pubblicato un manuale divulgativo dei risultati del progetto, disponibile prossimamente sul sito www.inmiquoil.it
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