Codice Oleario

Dare valore alla biodiversità

Migliorare la qualità dell'olio attraverso ricerche su produttività e sostenibilità della coltivazione dell'olivo. In campo olivicolo c’è un impegno che non conosce soste, in Italia. Il Gruppo Salov, per esempio, in collaborazione con il Cnr, sta proseguendo nel suo proposito di messa a dimora di 52 differenti varietà di olivo presso Villa Filippo Berio, un centro di ricerca a cielo aperto di 75 ettari

Olio Officina

Dare valore alla biodiversità

Valorizzare le immense potenzialità della biodiversità olivicola italiana è un passaggio necessario, anche perché l’Italia possiede il più vasto e articolato germoplasma olivicolo al mondo. A dimostrazione di quanto sia importante puntare sul patrimonio varietale, nel mese di maggio è iniziata la fase di messa a dimora di ben 52 differenti cultivar di olivo all’interno dell’azienda agricola Villa Filippo Berio, proprietà del Gruppo Salov con sede in Toscana, a Massarosa, in provincia di Lucca.

L’azienda era presente quest’anno in febbraio alla nona edizione di Olio Officina festival, dove è stato presentato il progetto.Il Gruppo Salov in questo caso ha stretto un accordo di collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche, il Cnr, ovvero il più grande e ramificato istituto pubblico di ricerca in Italia. Obiettivo della partnership è indagare la produttività e la sostenibilità della coltivazione olivicola per migliorare la qualità dell’olio.

La messa a dimora di 52 differenti varietà di ulivo poste all’interno dell’azienda agricola Villa Filippo Berio, vero e proprio centro di ricerca a cielo aperto di 75 ettari, di proprietà del Gruppo, mira in questo senso a valorizzare la biodiversità oleicola.

“Siamo orgogliosi di poter ospitare questi importanti esperimenti volti a individuare soluzioni per il miglioramento di tutta l’olivicoltura italiana, con l’obiettivo di sostenere una produzione efficiente, di qualità ma soprattutto sostenibile”, è quanto ha dichiarato Daniele Piacenti, il responsabile selezione e blending di Salov.“Attraverso questo progetto – ha proseguito – siamo sicuri di poter dare nuova forza a un settore oleicolo sempre più orientato verso la standardizzazione”.

Salov e la valorizzazione della biodiversità olivicola

L’Italia, si sa, conta il maggior numero di varietà di olivi al mondo. Un aspetto, questo, che è un elemento di forza imprescindibile, motivo per il quale è nata la collaborazione nel 2019 con l’istituto per la BioEconomia del Cnr, mirando proprio all’idea di valorizzare al meglio e con grande efficacia le enormi potenzialità di tale biodiversità.

Il progetto, entrato ora nella seconda fase, ha portato dunque alla messe a dimora nell’uliveto di Villa Filippo Berio di 52 diverse nuove cultivar pronte a essere studiate. Le varietà provengono prevalentemente da aree marginali del centro Italia e sono tutte rappresentative di un’olivicoltura tradizionale contraddistinta da minori esigenze agronomiche.

Il progetto si rivela molto utile al fine di far riscoprire piante poco coltivate, contribuendo così a imprimere nuova forza al settore oleicolo. La studio di questa biodiversità autoctona può oltretutto essere utile anche a individuare piante meno suscettibili alla Xylella Fastidiosa, batterioche sta mettendo a rischio l’interno patrimonio olivicolo italiano. I risultati delle ricerche verranno pertanto condivisi, diventando con ciò patrimonio comune per una produzione olivicola di qualità.

Secondo Claudio Cantini, tecnologo del Cnr, “questi esperimenti aiuteranno a indentificare le varietà più interessanti e resistenti da introdurre e impiantare nell’oliveto di Villa Filippo Berio. Lo studio sarà funzionale al recupero di antiche cultivar toscane che sono andate in disuso nel corso degli anni e che invece torneranno in auge come rappresentative in una delle aree più adatte alla coltivazione dell’olivo”.

La collaborazione con il Cnr non si ferma a questi aspetti, ma prosegue anche su altri importanti progetti come per esempio il Life Resilience, con cui ci si propone di sviluppare genotipi di piante produttive e resistenti agli agenti patogeni; come pure applicare pratiche e innovare nell’utilizzo di metodi naturali di controllo dei vettori per dimostrare la loro efficacia nella prevenzione degli effetti negativi di Xylella fastidiosa; ma anche per contribuire a mitigare i cambiamenti climatici, principalmente in relazione all’uso del territorio e alla silvicoltura, tema oltretutto prioritario per l’Unione europea. Infatti, l’analisi e la valorizzazione della biodiversità degli olivi in Italia costituiranno un’arma decisiva per contrastare i grandi cambiamenti climatici che si stanno verificando e che impongono sforzi senza precedenti.

Nel caso specifico del Gruppo Salov, per questo progetto presso l’oliveto di Villa Filippo Berio sono stati messi a disposizione ben 50 dei 75 ettari dell’oliveto suddivisi in 16 appezzamenti con 4 diverse gestioni del suolo e degli impianti: un’area in cui si procede a coltivare gli olivi secondo tecniche tradizionali; un’area in cui è stata messa a dimora, alla base degli olivi, una copertura erbacea per favorire lo sviluppo di insetti utili alle piante, per combattere l’insetto dannoso; un’area in cui vengono eseguiti, sulle chiome degli alberi, diversi trattamenti con prodotti naturali al fine di aumentare le prestazioni degli ulivi; e un’area, infine, in cui vengono sommate le variabili precedenti, quindi la messa a dimora della copertura erbacea e l’utilizzo di prodotti naturali fertilizzanti sulle foglie degli alberi.

La collaborazione in atto prevede vari moduli che, se pur indipendenti, convergono verso l’obiettivo comune del miglioramento della qualità oleicola e della messa a punto e verifica di nuove tecniche di agricoltura di precisione applicabili all’olivicoltura in una ottica di piena sostenibilità ambientale della coltivazione.

Tutto questo è frutto degli investimenti del Gruppo Salov,una realtà di primo piano chenasce nel 1919 dalla volontà della figlia di Filippo Berio, Albertina e dal contributo di alcuni industriali toscani che insieme portarono avanti il progetto di Filippo Berio, ovvero quello di essere promotori della qualità dell’olio di oliva nel mondo.

Il gruppo, come già evidenziato, ha sede a Massarosa, quindi in provincia di Lucca, ed è tra le piùgrandi aziende del settore oleario, con un fatturato netto consolidato nel 2019 di circa 275 milioni di euro e 91 milioni di litri venduti. Dal 2015 Salov fa parte del Gruppo Bright Food di Shanghai, secondo operatore cinese nell’alimentazione.

Il Gruppo Salov è presente da sempre sul mercato italiano con il famoso marchio Sagra, e ha lanciato per la prima volta in Italia, a fine 2019, il marchio Filippo Berio, storico brand già presente in tutto il mondo e attualmente leader di mercato in USA e UK, oltre che in Belgio, Olanda, Svizzera e Russia dove sta riscuotendo successi sempre crescenti.

In Italia, Filippo Berio è presente con una gamma dedicata, capace di rispondere a un consumatore sempre più esigente in termini di qualità e soprattutto di tracciabilità e sostenibilità. Grazie al cosiddetto “Metodo Filippo Berio”, ogni fase del processo produttivo è tracciata e certificata a partire dal campo e dall’applicazione delle tecniche di produzione integrata.

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Si ringrazia, per la notizia e la foto di apertura, Barbara Fortunati

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