Essere olivicoltori moderni
Un corso per coltivare l’olivo ad alta densità. Gli imprenditori devono guardare avanti, non ripiegarsi sul passato, come è avvenuto finora. Non è più razionalmente accettabile, per chi fa impresa, concepire una coltivazione in perdita. E’ necessario puntare a un'alta redditività. Non è più tempo di strutture obsolete
L’olivo desta grande interesse per imprenditori e operatori agricoli, ma l’olivicoltura ha difficoltà a crescere. Il comparto produttivo olivicolo, infatti, da molti anni presenta bassa redditività. I sistemi di allevamento tradizionali sono obsoleti e difficili da coniugare con moderne tecniche di gestione e un livello di meccanizzazione soddisfacente. Le nuove proposte di intensificazione sono spesso mutuate da ambienti molto diversi dai nostri e con varietà non compatibili con un’elevata qualità dell’olio.
E’ necessario perciò innovare e intensificare la coltivazione dell’olivo impiantando varietà precoci, produttive e con olio caratteristico delle diverse zone. L’obiettivo non è semplice perché la coltivazione in alta densità non è solo l’utilizzo di un sesto d’impianto stretto (modello super-intensivo), ma è il risultato di una serie di accorgimenti tecnici basati su conoscenze fisiologiche specifiche e organizzati in modo coerente per ottenere produzioni significative in impianti fortemente meccanizzabili. Occorre, in particolare, governare e modulare l’apporto di acqua e fertilizzanti, rendere appropriate le tecniche di potatura, mettere a punto la meccanizzazione.
E’ interessante ricordare alcune pubblicazioni da cui emerge che diverse varietà italiane e marchigiane si adattano a queste nuove tecniche di coltivazione. Ci sono infine numerosi riscontri su come controllare il vigore dell’olivo e la sua produttività con opportune tecniche agronomiche. Controllo possibile come per altre specie da frutto, con e senza portinnesti nanizzanti.
A questo fa riferimento il corso di “Olivicoltura ad alta densità” organizzato da AIOMA coop. agricola r.l. in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche e il CREA di Roma – Centro di ricerca per la frutticoltura, che si terrà dal 5 al 7 novembre 2015. Lo scopo è divulgare tra gli imprenditori e i tecnici agricoli le basi tecnico-scientifiche dell’alta densità in olivicoltura. La documentazione per aderire al corso è scaricabile dal sito web aioma.it.
Il corso propone lezioni frontali (5 ore) e attività in campo (12 ore) gestite da docenti esperti di olivicoltura ad alta densità che proporranno casi studio e visite guidate.
Durante il corso verranno approfonditi i seguenti argomenti:
– l’impianto ad alta densità (giacitura del terreno, preparazione del terreno, scelta delle varietà più idonee, sesto di impianto, impiantistica minima adottabile, messa a dimora e fase di allevamento per ottenere la parete continua, cure colturali in fase di allevamento, irrigazione e concimazione);
– la gestione in fase di produzione (fertilizzazioni, potature, controllo fito-sanitario, possibili interventi radicali, corretta epoca e tecnica di raccolta).
Verrà anche affrontato il tema della redditività economica di questo modello d’impianto e della tecnica ad esso abbinata.
Le visite in campo permetteranno di vedere i risultati produttivi dell’olivicoltura ad alta densità, l’impiantistica utilizzata e i miglioramenti possibili, la gestione del terreno, le differenze tra alcune varietà utilizzate e quelle che meglio si adattano a questo sistema d’impianto. I partecipanti potranno anche osservare la raccolta meccanizzata con scavallatrice.
Il corso sull’olivicoltura ad alta densità è un’occasione da non perdere per imprenditori che vogliono investire sull’olivo con tecniche moderne e elevata meccanizzazione. Il corso rappresenta anche un’occasione di approfondimento e formazione per operatori, tecnici e professionisti del settore, che vogliono migliorare la propria conoscenza su nuove tecniche di impianto e gestione dell’oliveto.
SCARICA il PROGRAMMA del CORSO di COLTIVAZIONE dell’OLIVO ad ALTA DENSITA’
Informazioni via e-mail ad aioma@aioma.it entro il 04/11/2015
Le foto di apertura e quella interna al testo sono di Enrico Maria Lodolini
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