I trattamenti con Nuovolivo per contrastare la Xylella sono stati inefficaci
Dopo cinque anni di analisi e studio, l’applicazione del detergente non ha avuto buoni esiti. I dati pubblicati dall’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia hanno smentito quanto affermato dalla rivista Crop protection, dove si sosteneva che l’impiego del prodotto avrebbe la capacità di abbattere circa il 99% della carica di Xylella. Non è così. Il report ufficiale non conferma nessuna riduzione dell’attività batterica e neppure i benefici riscontrati sono associabili al suo utilizzo
L’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia ha pubblicato i risultati di osservazioni ed analisi di olivi infetti da Xylella fastidiosa sottoposti a cinque anni di trattamenti con “Nuovolivo”, un detergente naturale che, in base a quanto riportato in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Crop protection, avrebbe la capacità di abbattere di oltre il 99% la carica di Xylella in olivi infetti la cui chioma, dopo 5 anni di trattamenti, verrebbe completamente recuperata.
La conferma di un dato del genere consentirebbe di rivedere radicalmente la strategia di contenimento del batterio e la relativa normativa fitosanitaria.
Per tale ragione a novembre dello scorso anno le piante dell’oliveto oggetto della sperimentazione sono state ispezionate e campionate da Ispettori fitosanitari ed analizzate nei laboratori accreditati, anche per porre termine alla crescente confusione che polemiche ed informazioni contradditorie stavano generando.
Il report, ora accessibile sul sito istituzionale Emergenza Xylella nella sezione “Comunicati Istituzionali” (Comunicazione del 21 gennaio 2022) sembra chiaro e ben dettagliato e indica chiaramente come il prodotto non mantenga le promesse propagandate.
Dall’immagine panoramica si evidenziano le sei file della parcella oggetto di sperimentazione che appaiono come un’isola verde attorniata da uliveti disseccati, tuttavia delle sei file verdi solo quattro sono state trattate per cinque anni con il detergente, mentre tutta la parcella, stando a quanto si legge nel report, a differenza degli oliveti circostanti, è stata gestita con buone pratiche agronomiche (concimazione, irrigazione, rimozione frequente della vegetazione disseccata mediante leggere potature) che, evidentemente, hanno il merito di conferire uno stato vegetativo migliore.
Tuttavia il confronto con l’aspetto che avevano le stesse piante nel 2010, prima dell’arrivo della Xylella, è impietoso: la vegetazione era molto più abbondante, tanto che nelle 4 file trattate le chiome si toccavano.
La verifica degli effetti sulla popolazione batterica non va meglio, anzi.
I risultati delle analisi di 43 piante, effettuate in due diversi laboratori, hanno evidenziato una elevata carica batterica in tutte le piante oggetto di campionamento, senza differenze non solo tra piante trattate e non trattate ma anche con piante del circondario non soggette ad alcun intervento di gestione agronomica.
Pertanto, i risultati non evidenziano alcuna azione antibatterica verso X. fastidiosa del prodotto oggetto della sperimentazione né tantomeno dell’impiego delle solo buone pratiche agronomiche.
Queste le conclusioni del report: “Purtroppo non sono state confermate le indicazioni sulla potenziale attività antibatterica del prodotto oggetto di sperimentazione. Non è stata infatti osservata nessuna riduzione della carica batterica. Tali piante, pertanto, continuano a rappresentare una importante fonte di inoculo. Sulla base dei dati di cui oggi si dispone ed in assenza di nuove attività sperimentali, non è possibile concludere se il parziale beneficio osservato sullo stato vegetativo sia dovuto esclusivamente alle buone pratiche colturali o anche all’azione di Nuovolivo.”
Per maggiori dettagli si rimanda al report, di cui si consiglia la lettura cliccando QUI.
In apertura, foto di Olio Officina©
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