L’Almanacco 2015
E’ l’annuario di Olio Officina, e ogni anno in gennaio lo si presenta ufficialmente a Milano, in occasione del festival. E’ un numero da collezione per i veri appassionati d’olio da olive, e non solo, perché nelle 96 pagine vi è tutto un mondo da scoprire
La pubblicazione è stata fortmenete voluta da Luigi Caricato, che ne è l’ideatore e curatore. Olio Officina Almanacco 2015 segue ai due precedenti volumi degli anni passati. E’ pubblicata in gennaio da Olio Officina edizioni. Una elegante rivista a periodicità annuale dal formato 16,50 x 22, brossurato, in vendita a 10 euro.
Non averlo nella propria libreria oliandola sarebbe una grave lacuna.
L’annuario è dedicato principalmente all’olio e ai condimenti, ma non solo, come già detto: vi compaiono saggi che vanno oltre. E’ una rivista culturale nel senso pieno del termine, pubblicata a supporto della manifestazione Olio Officina Food Festival ma nel medesimo tempo autonoma, poiché si va anche oltre i contenuti del festival.
Nel numero tre di gennaio 2015 si possono leggere i contributi di alcune firme prestigiose, a partire da quella del direttore Luigi Caricato (L’olio alimenta l’eros); il poeta Guido Oldani (con la lirica inedita “Le donne”); la filosofa del linguaggio Rosalia Cavalieri: (“Al bacio”. Divagazioni sull’eros – cognitivo – del cibo); lo storico dell’agricoltura Alfonso Pascale (Il pasto è come il sesso); lo scrittore Nicola Dal Falco (Eros nel chiostro); il narratore Nicola Lagioia (A fior di palato); il collettivo di Arte da Mangiare (con un imperidbile “Tributo al burro”); il giuornalista del “Corriere della Sera” Valerio Visintin (L’olio ombra. Breve storia dell’olio sulle tavole dei nostri ristoranti); la scrittrice e dantista Bianca Garavelli (Oro liquido); i professori Eddo Rugini e Salvatore Camposeo (Chi ha paura di una olivicoltura moderna?); il professor Giorgio Barbaria (I paesaggi dell’ulivo. Identità, bellezza, custodia); lo chef Salvatore Hervatin (Capesante e gamberi all’aceto balsamico di Modena su crema di cannellini); io stessa, Maria Carla Squeo (L’assaggio dell’olio in dieci punti); e il teologo e monaco Lorenzo Saraceno (Un giardino nel cuore del mondo. Solitudine e comunione nella cella eremitica), e altri ancora.
Debbo confermare che mancava una rivista come Olio Officina Almanacco: una vera sfida culturale senza precedenti, soprattutto in un periodo storico come quello attuale, che poco crede nelle pubblicazioni cartacee, e soprattutto con lo stile così raffinato ed elitario come questa rivista. La domanda di fondo è: ci saranno, oltre ai lettori che amano gli approfondimenti culturali, anche i lettori strettamente legati al prodotto olio da olive? Ovvero: questa sfida culturale riusciranno a coglierla nella sua importanza e centralità?
Ciò che è certo è che non poeva mancare una simile proposta: il mondo dell’olio ha necessità di nutrirsi di cultura alta.
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