L’olio con BioSpremi
Grande soddisfazione per una start up siciliana che si sta imponendo al Premio Marzotto 2017 con un’attrezzatura olearia brevettata da un frantoiano visionario e sognatore. La novità? L'aver innovato e migliorato il sistema a presse tradizionale, in modo da rendere l’estrazione olearia veloce ma di qualità, con un incremento produttivo del 20 per cento
È stato un giorno importante giovedi 20 luglio. Lo è stato per la famiglia La Greca, frantoiani e ora anche inventori. Il 20 luglio, per l’esattezza, si è svolta la finale della settima edizione del Premio Gaetano Marzotto. A Milano nella fascinosa cornice di piazza Gae Aulenti, all’interno del Pavilion UniCredit.
Una tappa importante perché in questa fase del Premio Marzotto, la competizione ha visto finora premiate, con percorsi di affiancamento e incubazione, le 35 start-up nazionali con il più alto indice innovativo.
Il presidente Matteo Marzotto si è complimentato con tutti i finalisti, definendoli “espressione dei migliori talenti del Paese, che grazie a tutto il nostro network potranno crescere e affrontare il mercato, trasformando le loro preziose idee in vere imprese competitive, quali ambassador nel mondo”.
La mattina abbiamo incontrato nella Redazione di Olio Officina Dina La Greca, che ci ha trasmesso tutta la sua gioia, compreso l’orgoglio per un padre frantoiano inventore di un nuovo corso per il mondo dell’olio.
Dopo l’incontro, in una Milano vinta dall’afa estiva, la sera, poco distante dalla nostra Redazione, si è potuto vedere sfilare il meglio dell’innovazione nazionale, su svariati campi aziendali, andando dalla pelle artificiale che si comporta come quella umana alle app realizzate appositamente per i diversamente abili, dalle nanotecnologie applicate al settore oncologico fino al cibo a inquinamento zero.
Ed è proprio nella categoria Food Tech che si sta imponendo all’attenzione una start-up siciliana, ed esattamente da Nicosia, in provincia di Enna. Questa start-up è stata scelta da ImpactHub di Milano, e consiste in una formula felice, denominata BioSpremi, che altro non è che un’attrezzatura olearia da poco brevettata da Antonino La Greca, il padre di Dina, “un frantoiano visionario e sognatore”, come lo definisce orgogliosa la figlia, perché bravo per essere stato capace di innovare e migliorare il sistema a presse tradizionale, al punto da rendere l’estrazione olearia più veloce senza con questo rinunciare alla qualità. Non solo: senza rinunciare nemmeno alla quantità, visto che con tale nuovo sistema “si registra un incremento produttivo del 20 per cento”.
Ammettiamolo pure, molti storcerebbero subito il naso alla sola idea di pensare alle presse, ma, in fondo, dobbiamo pur ammettere che tale sistema è stato abbandonato senza mai pensare di innovarlo, di effettuare delle migliorie, e di cambiare sostanzialmente l’approccio.
“Il processo estrattivo – spiega Dina La Greca – è scevro dai difetti delle presse a fiscoli, e per questo si tratta di un modo alternativo alle vecchie presse, con un approccio più snello nel processo estrattivo, ma anche ecologico, proprio perché risparmia energia elettrica e non necessita di acqua, restituendo, infine, anche una sansa pronta da portare in caldaia per la combustione, senza passaggi nei sansifici”.
“È una vera e propria rivoluzione nel campo oleario, dopo l’avvento delle centrifughe”ammette Dina La Greca.
Ora, il Premio è ancora di là da venire, anche perché prevede altre due tappe conclusive, a ottobre e a novembre, prima di giungere all’assegnazione dei premi in denaro, ma intanto già essere tra le prime 35 start-up nazionali con il più alto indice innovativo è da ritenersi un successo tutto da incorniciare.
Il progetto – di cui vi comunicheremo presto novità – parte, secondo quanto sostenuto da Dina La Greca, “dall’ottenimento del brevetto al prototipo nel giugno 2015, e la macchina ha avuto applicazione già nel corso della scorsa campagna olearia, 2015/16, ottenendo i risultati sperati sotto i profili qualitativo/quantitativo rapportati alle attuali tecnologie estrattive moderne, ovvero la centrifuga. A oggi – prosegue La Greca – l’invenzione è inserita in progetti di studio comparativo da parte delle università di Catania, Enna e Perugia, oltre a una collaborazione didattica con l’Istituto Tecnico S.A.S.R. (Servizi per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale), propedeutica al confronto tra tecnologie d’avanguardia in campo sperimentale e metodi ortodossi”.
Ne sentiremo ancora parlare.
Nella foto di apertura il Bio Spremi A 500, la macchina che spreme la pasta di olive solo mediante pressione meccanica, senza aggiunta di acqua né additivi, senza materiali di consumo come i fastidiosi fiscoli e senza stress centrifughi, né quanto altro potrebbe danneggiare l’olio estratto
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