La somma ingiustizia. Ciò che è permesso a molti prodotti è proibito per l’olio
Vi siete mai chiesti il motivo per il quale molti prodotti alimentari possono vantare tutto ciò che desiderano, riportandolo con grande evidenza su etichette e confezioni, mentre per gli oli extra vergini di oliva questa opportunità è preclusa, vietata e sanzionata duramente? Non sarebbe il caso di pretendere una legislazione meno punitiva e a tutto vantaggio del marketing e della comunicazione?
Vedete? Sulle confezioni dei biscotti si può scrivere quel che si vuole, liberamente: “Ancora più buoni”. Lo si può fare senza che nessuno si impicci. Vietatissimo invece per gli oli extra vergini di oliva. Dietro l’uscio di ogni azienda c’è appostato un burocrate pronto a sanzionare in modo pesante l’impresa.
Questa somma ingiustizia rende strutturalmente deboli le attività di comunicazione e marketing, penalizzando sensibilmente un alimento di straordinaria qualità nutrizionale qual è l’olio extra vergine di oliva.
La responsabilità in parte è dei burocrati, pessimi soggetti, dai quali è bene stare alla larga. Ma è anche responsabilità del comparto oleario, che non riesce a imporsi e a pretendere rispetto.
Oggi la qualità di un olio extra vergine di oliva è dimostrabile in maniera oggettiva. Impedire alle aziende di poter vantare una qualità accertabile del proprio olio è un atto grave ed eticamente indegno. Un imperdonabile e impunito abuso da parte dei burocrati.
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui
Commenta la notizia
Devi essere connesso per inviare un commento.