Codice Oleario

La storia dell’Almanacco di Olio Officina

Perché è nata questa pubblicazione? Come si è evoluta con il passare degli anni? Abbiamo provato a riassumervi il suo percorso, ma lasciamo a voi modo di approfondire collezionando tutti i numeri, dai primi sei fino agli ultimi tre che, con uno stile completamente nuovo, vedono come protagonisti tre territori ad alta vocazione olivicola: Garda, riviera Ligure e Puglia

Olio Officina

La storia dell’Almanacco di Olio Officina

L’Almanacco di Olio Officina nasce come supporto di Olio Officina Festival.

Questo fino al numero sei, quando viene cambiato approccio e diventa una pubblicazione monografica dedicata ai territori: si parte con le produzione olearie ricadenti dell’area del Dop Garda, per poi passare alla Dop Riviera Ligure, infine, si rivolge uno sguardo agli olivi della Puglia e alle sue svariate Denominazioni di origine protetta – Dop Terra di Bari, Dop Terra d’Otranto, Dop Collina di Brindisi, Dop Terre Tarentine e la Dop Dauno – e alla Indicazione geografica di origine protetta che riporta il nome della regione.

Qui, nella redazione di Olio Officina, crediamo che cambiare sia molto positivo. Che raccontarci in modi diversi aiuti noi e il modo di comunicare il nostro lavoro e quello in cui crediamo.

Con il contenuto, quindi, è cambiata anche l’immagine del volume e le nuove scelte stilistiche si sono presentate ai lettori con altre grafiche, altri concetti su cui porre l’attenzione.

Ognuno degli ultimi tre volumi ha una copertina molto rappresentativa, tanto è forte l’identità dei tre territori con i quali si è deciso di intraprendere questa nuova strada dedicata ai luoghi che con l’olio hanno un rapporto profondo e viscerale, dove l’uno plasma e modella l’altro.

E se per qualcuno tutte queste parole e questi cambiamenti possono sembrare piccolezze, vi assicuriamo che non è così.

Sganciarsi da qualcosa che ci ha rappresentato fino a poco tempo prima, non è facile. Quale sarà la risposta da parte del pubblico? Come verrà accolto un nuovo lavoro, completamente rivisitato? È stata una scelta che contribuirà in positivo alla narrazione dell’olio?

Gli interrogativi sono tanti, e abbiamo dato le risposte a ognuno di questi.

Una rivista cartacea, che si presenta in maniera ibrida, a metà tra libro e rivista, deve necessariamente esprimersi con un linguaggio differente e con stile diverso rispetto alle riviste tradizionali, perché in questo caso non si fa semplicemente informazione, cronaca o resoconti di attualità, ma si scandaglia un universo mondo.

In questo caso i territori.

Si parla tanto di territori, vengono evocati, ma poi molto spesso non si approfondiscono, non vengono raccontati.

Per andare oltre i luoghi comuni, il già detto, Olio Officina ha pensato di concepire l’Almanacco come un luogo di apertura e una sorta di viaggio nei territori presi in esame, in una chiave olivicola-olearia, raccontando l’olio, il paesaggio e la gente che vive di questo prodotto.

Se siete però curiosi di sapere come l’Almanacco di Olio Officina si sia evoluto nel tempo, a partire dal primo numero fino all’ultimo, pubblicato a giugno 2022, potete acquistare le singole copie in edizione cartacea, cliccando QUI.

Oppure per chi non li avesse, eccezionalmente, proponiamo ai nostri lettori l’intera collezione con uno sconto del 10% scrivendo a posta@olioofficina.com

Si tratta di numeri da collezione, che nella biblioteca di un oleofilo o di una oleofila non possono mancare.

È uno dei tanti modi che abbiamo scelto per raccontarci e raccontare l’Italia dell’olio, composta da luoghi, cultura, sapori.

In apertura, foto di Olio Officina©

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