Olio Officina Festival

Dedicata

L’hic et nunc, l’incontro di una creatura con un’altra. Da una parte la luna calante e un fiume sotterraneo, o un braccio di mare. Penetrando nella terra l’energia lunare finisce per trasformarsi in rametto d’ulivo. Lo stesso tragitto, con le sue metamorfosi, avviene al contrario dall’acqua alla luna, passando per il quadrato della terra. Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle opere esposte alla mostra "Eros nel chiostro", nell'ambito di Olio Officina Festival 2015

Nicola Dal Falco

Dedicata

Per questa xilo che racchiude una sinossi moderatamente esoterica, è stata utilizzato, come unica matrice, un tavolo. Matrice incisa e, poi, stampata con effetti pittorici, senza ricorrere al torchio, ma camminandoci sopra avanti e indietro.

L’opera di Alessandro Savelli può essere guardata sia partendo dall’alto sia dal basso. Il suo punto di rimbalzo e di equilibrio si trova in corrispondenza dell’orizzonte, dove appare un doppio cuore, protetto da una nicchia, che simboleggia l’hic et nunc, l’incontro di una creatura con un’altra e quinti con il mondo.

Alle due estremità dell’inquadratura, sospesa in un’atmosfera grigio azzurra, ci sono la luna calante e un fiume sotterraneo o un braccio di mare a suggerire che è la stessa energia a muovere le acque superiori e quelle inferiori.

Seguendo l’andamento verticale del geroglifico, due forme tondeggianti, siglate con le incognite x e y, scendono dalla luna, inscritta in un quadrato, e formano, urtando gli strati più densi dell’atmosfera, l’immagine dei cuori intrecciati. Penetrando, ancora, nella terra l’energia lunare finisce per trasformarsi in rametto d’ulivo. Lo stesso tragitto con le sue metamorfosi avviene al contrario dall’acqua alla luna, passando per il quadrato della terra.

Sul piano metafisico è quella che si definirebbe la quadratura del cerchio, geometricamente impossibile, ma plausibile a condizione di percepire la distanza tra le cose come un’intersezione di aure. La logica dell’arte lo ammette, la pratica della poesia lo sperimenta, basta sostituire l’analogia al principio di causa ed effetto, dimenticare Cartesio e ritrovare Platone.

Alessandro Savelli è nato a Milano nel 1955, vive e lavora a Desio. Diplomatosi al Liceo Artistico di Brera nel 1973, esordisce l’anno successivo con una mostra personale alla Galleria San Rocco di Seregno e da allora ha allestito oltre cinquanta mostre personali in Italia, Svizzera, Giappone , Germania, Stati Uniti, Messico. Laureatosi in Architettura al Politecnico di Milano nel 1979, si è dedicato dal 1983 all’insegnamento dell’arte come docente e come preside. Già titolare della cattedra di Pittura all’Accademia Aldo Galli di Como, attualmente è Dirigente Scolastico al Liceo Artistico del Collegio Pio XI di Desio e Direttore della Libera Accademia di Pittura Vittorio Viviani di Nova Milanese. Dipinti, incisioni e ceramiche sono conservate in collezioni pubbliche e private in Europa
e nel resto del mondo.

In apertura un particolare dell’opera di Alessandro Savelli, “Dedicata”, cm 228 x 124, unica matrice, 2014, esposta a Olio Officina Festival 2015, nell’ambito della mostra “Eros nei chiostri”; nel corpo dell’articolo l’immagine integrale dell’opera

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