Olio Officina Festival

Fighting

L’eros, divinizzato o meno, è l’energia che il mondo mette in campo, sorvolando sugli eventuali danni collaterali. L’opera di Marina Bindella esposta a Olio Officina Festival 2015 nell’ambito della mostra “Eros nel chiostro”

Nicola Dal Falco

Fighting

Fighting, combattente. E combattenti gli amanti per ancestrale consuetudine, per destino biologico e per cultura. L’eros, divinizzato o meno, è l’energia che il mondo mette in campo, sorvolando sugli eventuali danni collaterali.

La scena umana si riempie e scuote della sua presenza con piene improvvise e suoli aridi. L’alternanza di eros, ora fulgido ora pacato, ora semplicemente assente si riverbera nei segni che Marina Bindella incide con la consueta, lentissima e ineluttabile precisione. Oseremo dire che la matrice è stata consumata, con un lavorio durato quattro anni, dal 2010 al 2014, fino a scintillare di neri e di bianchi.

La lettura dell’opera, composta di tre parti, si apre e si chiude con un trittico. Il primo a sinistra descrive un orizzonte gravato dalla tempesta, un incrocio di lame che incombe dall’alto, un corpo a corpo fisico e mentale.

Al centro, le ragioni dell’uno e dell’altro, messe a confronto, trovano posto nel dettato di un fiume o di una strada. Pausa del combattimento: riordino dei qui pro quo e delle promesse; quindi, di seguito, l’immagine centrale si sdoppia, ritrovando le linee taglienti del prologo, usate stavolta per costruire un baluardo, un mikado di intenzioni condivise.

Infine, nel trittico che chiude, a destra, la sequenza, i segni accumulati si dispongono in isole e paesaggi, in alfabeti cuneiformi, in superfici rocciose con colonie di licheni. Eros abbraccia Psiche, l’amore trae speranza dai ricordi. Tutto da vedere, prima a distanza e poi, avvicinandosi il più possibile alla trama incisa.

Marina Bindella nasce a Perugia, vive e lavora a Roma. Dopo la maturità classica, si laurea in Storia dell’arte, all’Università la Sapienza di Roma. Nel 1986 si diploma in Incisione alla Scuola delle Arti Ornamentali di San Giacomo. Conoscendo Alina Kalczynska e Vanni Scheiwiller e studia l’incisione polacca, su cui scriverà in varie occasioni. Nella prima metà degli anni Novanta frequenta Guido Strazza, Carlo Lorenzetti, Enrico Della Torre, Giulia Napoleone, con i quali stabilisce rapporti di collaborazione, mentre il suo lavoro si concentra sulla xilografia. Partecipa alle più importanti rassegne internazionali di grafica, ottenendo vari premi e riconoscimenti. Intensa la sua collaborazione con le più importanti private presses italiane. Nel 2006, Tiziana D’Acchille cura la doppia personale Strazza/Bindella-incisioni, alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Ciampino, Roma. Fra il 2012 e il 2013 realizza il libro La Stella lei lo sa, con una poesia di Patrizia Cavalli e m2, con una poesia di Valerio Magrelli, dedicato alla memoria di Alessandro Zanella.

In apertura l’opera di Marina Bindella, “Fighting”, cm 100 x 225, cinque matrici, 2014; esposta nell’ambito della mostra “Eros nel chiostro” a Olio Officina Festival 2015

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