Olio Officina Festival

Tutto quello che non c’è

L’orma di un ulivo è data dalla sezione del suo tronco. L’opera di Mariachiara Pozzi ripete la breve camminata blu di un ulivo, stampata, imprimendo sui fogli una fetta del tronco che si trasforma così in matrice xilografica. Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle opere della mostra “Eros nel chiostro” esposte a Olio Officina Festival 2015

Nicola Dal Falco

Tutto quello che non c’è

La vetustà della pianta, il suo torcersi verso l’alto, così pittoresco, da tridimensionale diventa bidimensionale. La drammaticità dell’ulivo viene razionalizzata, sottoposta ad uno sguardo riflessivo.

A prima vista, l’immagine ripetitiva suggerisce i contorni di un’isola, incisa da profonde insenature; una fetta di cervello umano, mappato per studiarne tanto l’estrema efficienza che la subdola degenerazione; ma anche un cirro a zonzo per il cielo.

Suggestioni che non sono estranee al tema dell’Eros, anzi ne amplificano l’eco. Possiamo sognare di approdare ad un isola di forma bizzarra, con approdi segreti: è il tema dell’imbarco per Citera, l’isola di Afrodite, dipinto nel 1717, in pieno rococò, da Jean Antoine Watteau. Festa galante che ripercorrere le tappe dell’innamoramento o incubo narcisistico, con risvolti patologici dove la mente piega a strani percorsi il puro zampillio del desiderio.
Tuttavia, pur rimanendo la causa d’ogni delicato o efferato vaneggiamento, Eros non è responsabile dell’effetto. Si annuncia da lontano e svanisce come un cirro.

Forse, lo sforzo migliore è di preferire la visione del campo, seguendo la trama del destino, lasciando da parte, ogni tanto, le regole del gioco. Così come suggerisce l’artista che, munita di un lungo pennello, ha tracciato a distanza delle linee fino ad un attimo prima invisibili.

Mariachiara Pozzi nasce a Milano nel 1980, si diploma al Liceo artistico Prinetti e si laurea in Comunicazione e Didattica dell’arte nel 2005 all’Accademia di Belle Arti a Milano. Negli anni successivi frequenta a Brera il corso di tecniche di incisione, tenuto da Panno e Ambiveri, specializzandosi in xilografia e fotoincisione. Nel 2005, decide di proseguire gli studi in didattica dell’arte, frequentando un Master in Servizi Educativi per i Beni culturali alla Cattolica a Milano che la portano a lavorare successivamente nei Servizi Educativi dei Musei Civici di Genova e Nervi. Varie esposizioni a Milano. Attualmente lavora come stampatrice al centro di Incisione Alzaia Naviglio Grande di Milano.

In apertura: Mariachiara Pozzi, Tutto quello che non c’é, (particolare) cm 210 x 100, fetta di ulivo, 2014

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