Olio Officina Festival

Una danza titillanza

Anche se in alto rimane una faccia confusa di nero e di rabbia, quasi al centro della grande xilografia affiora una colomba che non ha rametti nel becco, ma finalmente riposa sopra un ulivo. L’opera di Mirella Marini esposta a Olio Officina Festival 2015 nell’ambio della mostra “Eros nel chiostro”

Nicola Dal Falco

Una danza titillanza

Quando ci si trova di fronte ad una serie di immagini, disposte a scacchiera, come messe in posa, secondo un ordine occulto, lo sguardo s’ingegna ad immaginare un percorso e una meta. Li cerca per una sorta di automatismo, per liberarsi dall’impressione di una visione frantumata, in cui le singole scene si presentano in perfetta sincronia.

È esattamente ciò che non si deve fare con l’opera di Mirella Marini. In fatto di erotismo, è proprio la ripetizione casuale del gesto a creare un cortocircuito di desideri e di immagini, che si riproducono a vicenda in un inesauribile gioco di specchi con libere e improvvise associazioni.
Abbiamo, quindi, sotto gli occhi un catalogo senza indici, dove anche la rilegatura latita e i capitoli possono essere mescolati, letti e riletti a seconda dell’estro; per puro capriccio, sincera passione o, pourquoi-pas?, per sfida.

È ovvio, allora, che nelle tavole di questa espressionistica chanson de geste, compaia l’armamentario della seduzione e che, accanto a pizzi e giarrettiere – ammessi più per il loro incantamento che per intrinseca necessità – avanzi qualcosa che trasforma l’amore in un’attesa violenta, in una domanda aspra di attenzioni.

Le lingue dardeggiano, oscene o semplicemente smisurate come il bisogno che hanno di congiungersi al piacere; le bocche chiedono al rossetto una scusa per sorridere e i corpi, loro sì, già si sfiorano. Anche se in alto rimane una faccia confusa di nero e di rabbia, quasi al centro della grande xilografia affiora una colomba che non ha rametti nel becco, ma finalmente riposa sopra un ulivo.

Mirella Marini. Studi di pittura, musica, danza e linguistica nell’ambito riabilitativo della comunicazione. Allieva di Rocco Borella ed Emilio Scanavino, dopo la maturità artistica frequenta Architettura al Politecnico di Milano e l’Accademia di Belle Arti a Genova. Parallelamente partecipa a varie esposizioni e a spettacoli teatrali. In seguito si dedica specificatamente alle arti plastiche concludendo gli studi universitari con indirizzo in pittura e incisione, a Lisbona.

In apertura un particolare dell’opera di Mirella Marini, “Una danza titillanza”, cm 211 x 103, trentadue matrici, tecnica mista, 2014, esposta nell’ambito della mostra “Eros nel chiostro” a Olio Officina Festival 2015; nel corpo dell’articolo l’immagine integrale

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