Panel test. Quando i limiti dettati dalla scienza non incontrano quelli del commercio
Serve dialogare e giungere a un punto comune, in modo che tutte le realtà coinvolte lavorino in modo armonico e coerente. Il pensiero di Tullio Forcella, direttore di Federolio: “Occorre lavorare molto sui panel, e soprattutto c’è bisogno che questi lavorino seriamente”
In attesa dell’undicesima edizione di Olio Officina Festival 2022, dal tema L’olio della bellezza, ripercorriamo l’intervento di Tullio Forcella in occasione di Olio Officina Festival 2021.
Nel dialogo attorno alla tavola rotonda “Componenti minori e shelf life. Come sono cambiati e come cambieranno gli strumenti e il linguaggio per raccontare il prodotto”, Forcella ci ha portato a riflettere su aspetti cruciali che riguardano tutto il mondo dell’olio, da quello della produzione a quello della commercializzazione.
Recenti approdi della ricerca e possibili riflessi sulla concreta operatività della commercializzazione
Occorre lavorare molto sui panel, e soprattutto c’è bisogno che questi lavorino seriamente.
Serve riabilitare i panel a raggiungere quella tanto sospirata armonizzazione, di cui si sente parlare ma ancora si fa poco.
Per quanto riguarda l’aspetto internazionale, abbiamo fatto un ottimo primo passo.
La ricerca italiana ha conquistato una certa leadership anche nel mondo europeo.
Mi auguro che l’Unione investa ancora in questa ricerca nel settore dell’olio d’oliva, così che si possa aspirare a una certa qualità del prodotto.
Il punto nevralgico sono i limiti e la fissazione su questi limiti.
Già a livello scientifico gli esperti dovranno lottare tra di loro per trovare un limite ritenuto valido, ma poi deve essere portato nel mondo settoriale, degli operatori, ovvero il mondo politico, e quest’ultimo ha cambiato molte volte i limiti in questione.
Erano stati fissati dei limiti decrescenti in tre annualità e alla seconda si era deciso che quel limite sarebbe stato valido per sempre.
Non si è arrivati al terzo limite, quello più vantaggioso.
Questo sarà il prossimo approccio che dobbiamo fare, specialmente nell’ambito internazionale, nel Consiglio Oleicolo Internazionale, dove sono riuniti i maggiori Paesi produttori.
Con questa metodica, una certa percentuale di olio che oggi viene classificato e commercializzato come olio extra vergine di oliva, perché riconosciuto tale per determinati parametri chimici e organolettici, domani potrà essere classificato e commercializzato come olio vergine, perché avrà quei limiti che lo classificheranno come tale.
Questo causerà un danno economico non indifferente, perciò credo che la battaglia sarà ancora molto lunga.
Tullio Forcella
La foto in apertura è di Olio Officina©
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