Codice Oleario

Qualcosa si muove, seppur lentamente, sul fronte steroli negli oli extra vergini

È una anomalia che ha comportato non pochi problemi, anche di natura penale, per le aziende olearie. Ora gli esperti chimici del Consiglio oleicolo internazionale iniziano a prenderne coscienza e ad agire. Si pensa di abbassare il limite legale minimo da 1000 a 800 mg/kg, ma non per tutti gli oli. Si sta però prendendo atto che gli extra vergini sono cambiati, per molteplici ragioni. Tuttavia, la lentezza dei burocrati non è un buon segnale. Resta irrisolto il caso Coratina. C’è troppa inedia e mancanza di buon senso e razionalità

Luigi Caricato

Qualcosa si muove, seppur lentamente, sul fronte steroli negli oli extra vergini

A Olio Officina Festival abbiamo ampiamente trattato il tema steroli. Anche con qualche nota polemica, vista l’estrema lentezza e macchinosità della macchina burocratica. Ora qualcosa, dopo anni di grandi inquietudini per le imprese olearie, sembra stia succedendo. Troppa ansia nuoce al benessere delle case olearie. Non è accettabile che le istituzioni non abbiano preso a cuore l’annoso problema dei limiti legali di un parametro che ha messo in agitazione tutto il comparto, anche perché a rischiare penalmente erano le aziende, e non perché frodassero, ma in quanto la natura ha cambiato nel corso dei decenni il profilo chimico-fisico degli oli extra vergini di oliva.

Ora, per fortuna, buone notizie arrivano da Madrid. Una recente riunione degli esperti chimici del Consiglio oleicolo internazionale dopo tante pressioni al riguardo ha finalmente deciso di occuparsene. Il fenomeno anomalia da steroli era stato preso in verità in considerazione, già da tempo, seppure con estrema lentezza. Meglio tardi che mai, è vero, ma si poteva agire molto tempo prima. Senza dover inutilmente colpevolizzare le aziende. Con grossi rischi di natura penale, peraltro. Con le Agenzie delle Dogane sempre pronte a ordinare sequestri e a incriminare i già troppo massacrati oleari.

Così adesso ci si è accorti che è un problema reale e che va risolto. L’anomalia degli steroli totali negli oli extra vergini di oliva èdovuto ad almeno tre ordini di fattori: la raccolta anticipata delle olive, il cambiamento climatico e la tendenza a confezionare oli monovarietali. Tutto ciò ha contribuito a modificare la natura compositiva degli oli, con le conseguenze che si possono ben immaginare, soprattutto se ad affrontare le problematiche sono gli organismi di controllo, poco aperti a confrontarsi con la complessità del prodotto olio extra vergine di oliva, alimento sempre in mutamento e in evoluzione.

Così, l’orientamento degli esperti chimici del Coi ha ritenuto di dover abbassare il limite legale minimo degli steroli totali. Limite che al momento è di 1000 mg/kg. C’è solo un problema, che la questione la si sta affrontando limitatamente agli extra vergini estratti da olive delle cultivar Nocellara del Belice e Koroneiki. Per questi oli infatti si è preso atto che sia il caso di abbassare il limite legale attuale per portarlo a 800 mg/kg. Peccato tuttavia che tale soluzione sia applicabile solo a partire dalla campagna olearia 2025/26. Occorrerà dunque attendere per troppa prudenza o per lungaggini burocratiche? Non si comprende affatto il motivo, visto che il fenomeno anomalia da steroli il comparto lo sta vivendo sula propria pelle ormai da molti anni. E perché altri oli non beneficeranno di tale riduzione, come nel caso degli ottimi oli da olive Coratina, per i quali non sono stati pochi i problemi che hanno dovuto affrontare in dogana le aziende esportatrici. Per ora per gli extra vergini di Coratina non si fa nulla. Gli esperti chimici del Coi sono attendisti e intendono avere a disposizione altri dati a giustificazione di una possibile riduzione del limite legale che in tal caso verrebbe fissato non a 880 ma a 950 o forse, chissà, a 950 mg/kg. Insomma, una gran complicazione. Soprattutto perché non ha senso questo stato di incertezza. Il fenomeno lo si conosceva da anni ed era stato presentato a suo tempo agli organi istituzionali senza che sia stata mai manifestata una vera preoccupazione.

Alcune voci fanno intendere che a giugno ci sarà una risposta ufficiale al riguardo, con una ufficializzazione che slitterebbe all’autunno 2025. Tempi troppo lunghi. Incomprensibilmente lunghi. Se per il Covid tutto è stato deciso in gran fretta e con grande determinazione e lucidità, un problema di facile soluzione è stato rimandato senza alcuna motivazione credibile. Certo, c’è da osservare che non tutti i Paesi membri del Coi erano favorevoli a risolvere i problemi derivanti dal parametro steroli, ma va anche detto che un organismo pubblico deve andare oltre le divisioni interne alla filiera olio di oliva e agli interessi personali di tutti i Paesi. Un atteggiamento più responsabile e maturo, sarebbe stato di estendere a tutti gli oli la rivisitazione del parametro steroli, anche assumendosi, nel caso, il rischio di sbagliare, ma non si può certo mandare allo sbaraglio le imprese per qualcosa che è dovuto a fattori che nulla hanno a che vedere con frodi e sofisticazioni. Spiace dover riconoscere questo grosso limite culturale e perfino morale nelle istituzioni. Gli oli si evolvono, cambiano i contesti della produzione, e anche le istituzioni devono stare al passo con i tempi, dovendo essere loro per prime in grado di prendere decisioni rapide e ispirate a buon senso e razionalità.

In apertura, foto di Giorgio Sorcinelli

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