Codice Oleario

Requiem per un uliveto

Non l’avete ancora letto Gli spiccioli di Montale, il libro denuncia del compianto Nico Orengo? Commettete un grande errore. Di fronte alla distruzione del paesaggio e delle bellezze degli olivi il narratore fa sentire la sua voce

L. C.

Requiem per un uliveto

Nico Orengo, scomparso il 30 maggio 2009, e che ricordiamo qui con grande affetto e stima, ha scritto un libro che chi ama l’olivo non può non avere in casa, anzi sul proprio comodino, da leggere ogni volta che si ha volta che si ha necessità di una carica di coraggio.

Gli spiccioli di Montale. Requiem per un uliveto – pubblicato da Einaudi nel 2001, ma già editato da Theoria nel 1992 – è un libro verità, basato su una storia vcra, visssuta sulla propria pelle dallo stesso autore. Vi si racconta una vicenda che causò tra l’altro all’autore un processo dal quale venne però assolto, seppur molto provato dall’esperienza.

E’ a tutti gli effetti un libro-denuncia, seppure dai tratti intensamente lirici, ambientato in Liguria, ed esattamente nella Piana di Latte, in uno degli ultimi uliveti del Ponente.

Il grande nemico era qui rappresentato da quell’umanità dedita alla distruzione del paesaggio, dando il via libera alle betoniere pronte a spargere cemento in ogni dove e senza pietà.

Ecco come Paolo Mauri presenta il libro di Orengo: “Un tratto di mare al confine con la Francia, un uliveto che rischia di scomparire, lo strappo di un ricordo rubato. Esistono libri lievi e penetranti come un pensiero. Cosí sono questi spiccioli di racconto, che accostando storie, memoria e desiderio arrivano a comporre un quadro intenso e sfumato, un acquarello di parole. «Al centro sta una calunnia montaliana nei confronti di Cézanne, ai bordi la vicenda dell’ultimo disgraziato film di Stanlio e Ollio, Atollo K, girato a Nizza e preludio di un malinconico tramonto. Ma dietro a tutte c’è la storia dello scrittore innamorato di una geografia e preoccupato di non farcela, con le parole, a salvarla».

Orengo, va ricordato, ha testimoniato egregiamente il suo amore per la natura con l’ideazione, nel 1993, insieme con l’Università di Genova, del Premio Hambury-La Mortala, dedicato allo studio e alla salvaguardia del paesaggio.

Orengo è un autore tutto da leggere, molti dei suoi libri sono stati pubblicati da Einaudi. Gran parte di questi titoli che vi segnaliamo sono ancora disponibili, e comunque se ci fosse difficoltà, è sempre possibile ricorrere al prestito bibliotecario. Ecco gli altri titoli di Nico Orengo: Ribes (1988), Miramare (1989), Le rose di Evita (1990), Figura gigante (1992), La guerra del basilico (1994), L’autunno della signora Waal (1995), Dogana d’amore (1996), Il salto dell’acciuga (1997), L’ospite celeste (1999), ( L’allodola e il cinghiale (2001), La curva del Latte (2002), L’intagliatore di noccioli di pesca (2004), Di viole e liquirizia (2005), Chi è di scena! (2006), Hotel Angleterre (2007 e 2009) e Islabonita (2009 e 2010). Tra le sue raccolte di poesia: Cartoline di mare vecchie e nuove (1984, poi 1999), Narcisi d’amore (1997) e Spiaggia, sdraio e solleone (2000).

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia