Codice Oleario

Il monocono è bello e anche funzionale

Potrà anche non piacere, ma è una forma di allevamento molto vantaggiosa: rispetta l'equilibrio vegetativo della pianta e la porta a fruttificare bene tutti gli anni. Il segreto, come sempre, sta nel rispettare la forma naturale dell'olivo: basitono, e a dominanza apicale. L’olio che si ricava, di alta qualità, sarà competitivo in questo mercato?

Angela Canale

Il monocono è bello e anche funzionale

De gustibus non dispuntando est! Potrà non piacere, ma come si può affermare che non è funzionale? Ve lo presento. Per chi non lo conoscesse è il monocono!

A qualcuno già starà andando di traverso. Lo so, lo sento già tossire, ma non vorrei fosse come il sapore dell’uva per la volpe. E non dite che non si può fare! Bisogna conoscere l’olivo, le varietà e non amare le forbici. Il segreto sta nel rispettare la forma naturale dell’olivo: basitono, e a dominanza apicale. Più che un cipresso, direi un bell’abete! Pochissimi tagli i primi tre anni, e arrivati al settimo anno, quando lo scheletro è definito, si comincia la gestione della chioma combinando potatura meccanica, potatura manuale e non potatura ad anni alterni.

Non me lo sono inventato io, sto benedetto monocono. Già Morettini ne parlava negli anni Cinquanta dello scorso secolo. Altri ne hanno messo a punto il sistema. Esistono pubblicazioni dove tutto è spiegato minuziosamente.

Penso che in Italia la prima azienda a crederci sia stata l’agricola Faena, una azienda agricola nei pressi di Todi, la cui password è meccanizzare.

Sono più di quindici anni che si pratica con l’ausilio di una barra falciante, una serie di dischi applicati a un braccio meccanico, serve anche per tagliare siepi di ogni genere. Non ha un cervello elettronico in grado di sostituire il potino, il taglio si avvicina più a quello di un potatore novello.

La cosa strana è che funziona, rispetta l’equilibrio vegetativo della pianta e la porta a fruttificare bene tutti gli anni! E allora la produzione è questa che vedete nella foto!

Se vi sbrigate non hanno ancora raccolto, per chi non si fidasse o è semplicemente curioso può venire a vedere la raccolta fra qualche giorno. Me lo ha appena detto Angelica, una giovane signora, proprietaria dell’Agricola Faena, che oggi si occupa a tempo pieno dell’azienda e di due splendidi bambini.

A occhio stimo 100 quintali per ettaro. Magari anche 110. Tutto Frantoio, con qualche filare di Pendolino e Leccino. Tre varietà per avere garanzia di impollinazione.

Un vibratore del tronco con ombrello raccoglierà 350 piante al giorno con due operai e se la mia stima sarà vera alla sera 70 quintali di olive saranno pronte per essere molite! E la possibilità di fare tre oli monovarietali rispettando la giusta epoca di maturazione che per queste varietà è scalare. Dimenticavo, le ore di potatura: una media di 15 ore per anno! Adesso due conti fateli voi, altrimenti faccio tutto io! Un olio di così alta qualità sarà competitivo in questo mercato?

Sono appena rientrata dalla Spagna, non ho fatto il cammino di Santiago, ma quello degli olivi. Il percorso cominciato a maggio in Andalusia è stato completato ora in Catalogna. Gli spagnoli stanno usando solo ora la potatura meccanica, dopo tutti questi anni che se ne parla, sul vaso policonico e sugli impianti superintensivi che finalmente si sono decisi a trasformare ad alta densità. Due mila piante per ettaro! Stavano schiattando. Meglio 1200, come suggeriva il sistema italiano! I primi impianti fatti li stanno ora diradando!

Ma non divaghiamo, concentriamoci ora sul monocono!

Guardando queste altre foto forse se ne può apprezzare anche l’espressione paesaggistica….non è bello quel che è bello ma è bello quel che piace….a me piace! E a voi?

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