Codice Oleario

L’Italia dell’olio, se si vuole salvare

Mettere in comune risorse e attività per raggiungere una maggiore efficienza, ecco cosa occorre fare. Per salvarci economicamente, il nostro Paese deve puntare il più possibile sulla qualità, mantenere e migliorare tale nostra stima nel mondo, educare al gusto del prodotto naturale e genuino

Giuseppe Caramia

L’Italia dell’olio, se si vuole salvare

Cosa spero per il futuro? Spero in particolare che i produttori, come avviene per altre attività commerciali, avvertano la necessità di mettere in comune risorse e attività per raggiungere una maggiore efficienza e realizzino una specie di contratto di rete. Si sa che l’unione fa la forza: non scopriamo niente di nuovo ma questo consentirebbe anche vantaggi fiscali, amministrativi e finanziari.

Riguardo ai temi trattati negli ulrimi giorni su Olio Officina Magazine, vorrei commentare in particolare uno scritto, là dove Massimo Occhinegro afferma (QUI) che per via del prezzo l’olio di sansa di oliva è un ottimo prodotto sostitutivo di altri grassi alimentari, molti dei quali poco bilanciati sotto l’aspetto chimico. Questo è vero in quanto, l’olio extravergine d’oliva ha un contenuto di acidi grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi che maggiormente si avvicina al contenuto in acidi grassi del grasso dell’uomo mentre, in particolare gli oli di semi contengono un eccesso di polinsaturi.

E’ anche vero che la FDA nel 2004 ha consentito di inserire sull’etichetta delle confezioni degli oli di oliva del commercio che “2 cucchiai di olio d’oliva (23 grammi) riducono il rischio di malattie alle coronarie , per la presenza del grasso monoinsaturo (cioè dell’acido oleico): precisava inoltre che “tale quantità di grassi doveva però sostituire un’uguale quantità di altri grassi per non aumentare l’apporto di calorie”.
Va però rilevato che tale affermazione è stata in parte smentita da:

– l’olio di girasole, geneticamente modificato e reso ricco del monoinsaturo (cioè dell’acido oleico) come l’olio extravergine d’oliva, dava, in studi clinici controllati, un risultato benefico modesto e certamente molto inferiore a quello dell’olio extra vergine d’oliva;

– nel settembre 2005 sulla prestigiosa rivista scientifica Nature è comparso un articolo dal titolo “L’olio extra vergine d’oliva contiene una sostanza (l’oliocantal) che ha un’attività simile all’ibuprofene” (quel farmaco anti infiammatorio ed antidolore che tutti noi prendiamo in tali condizioni patologiche);

– lo stesso anno è comparso su una rivista ugualmente prestigiosa un articolo dal titolo “l’oleuropeina (quella sostanza responsabile dell’amaro che ad alcuni non piace e ad altri piace moltissimo) …. è un agente antitumorale” per cui molti ricercatori stanno cercando di utilizzare tale proprietà a scopo terapeutico;

– dopo il completamento del genoma umano molte indagini di tipo genetico hanno evidenziato che l’olio extra vergine d’oliva ha un’azione di inibizione di alcuni geni pro infiammatori, gerogeni e oncogeni, e di stimolo su geni che migliorano lo stato di salute dell’uomo.

Per questi e molti altri motivi la “European Food Safety Authority”, l’equivalente Europea della FDA, alcuni anni dopo ha affermato che molto importanti sono anche i composti minori (es. polifenoli ecc. … ) dell’olio extra vergine d’oliva e della loro capacità di modulare positivamente anche i geni dell’uomo.

Concludendo: va bene, benissimo quanto scritto da Massimo Occhinegro ma tutti sanno produrre l’olio di sansa: già ora, e in futuro ancora di più, ne potranno produrre quantità tali da sommergerci e a prezzi certamente concorrenziali.

L’Italia, invece, se si vuole economicamente salvare, deve puntare il più possibile sulla qualità, mantenere e migliorare tale nostra stima nel mondo, educare al gusto del prodotto naturale, genuino, non manipolato, prodotto come un tempo ma con le tecnologie moderne, associarsi e, come in una gara, fare gruppo, fare rete e produrre il più possibile olio extravergine d’oliva a prezzi concorrenziali, e far capire l’enorme importanza del prodotto genuino di qualità sulla salute, fin dalla più giovane età.

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