Codice Oleario

L’ olio Dop ha un futuro?

Punti di vista. Il mercato mondiale dell’olio d’oliva? Semi-morto. I difensori del prodotto puro? Sempre in svantaggio. E’ come il doping. L’intervento di Udo Gumpel al Festival del giornalismo, il quale propone una lotta senza quartiere alle truffe, ponendo due domande: come si convince il cliente italiano a comprare Dop anziché prodotti industriali? Come si convince il cliente all’estero che non conosce l’olivo?

Olio Officina

L’ olio Dop ha un futuro?

Al Festival internazionale del giornalismo di Perugia al centro del dibattito c’è stato anche l’olio extra vergine di oliva, a partire dalla Dop Umbria. Importante il peso che ha dato a un prodotto come l’olio da olive Confagricoltura Umbria e Assoprol Umbria, anche con degustazioni guidate. Molti i punti di vista emersi.

Proponiamo quello l’abstract di Udo Gumpel, corrispondente dall’Italia della rete televisiva tedesca Rtl, scritto prima dell’incontro avvenuto nel pomeriggio del 2 maggio a Perugia.
Si sarà fatto un’idea differente dopo il dibattito? Avrà maturato qualche riflessione e mutato parere?
A voi intanto il piacere di maturare le vostre personali considerazioni al riguardo. Seguiranno ovviamente a parte i commenti di Luigi Caricato, presente all’incontro in veste di moderatore.

Per chi non conoscesse Udo Gumpel, ecco una sua breve nota biografica.
Laureato in Fisica delle Particelle Elementari, è giornalista professionista dal 1988. Dal 1997 è corrispondente
dall’Italia per NTV e dal 2009 per l’intero gruppo della TV tedesca RTL. Con Ferruccio Pinotti ha scritto L’unto del Signore (BUR Rizzoli, 2009).

UDO GUMPEL: E’ COME IL DOPING

Per iniziare, occorre fare un punto sulla verità. Oggi, il mercato mondiale dell’Olio d’Oliva è in grave crisi, semi-morto. La stragrande maggioranza dei prodotti etichettati come “Olio d’Oliva Extravergine” non sono tali. Chi guarda i prezzi sul mercato spagnolo vede che la maggioranza degli oli è venduto – onestamente – nelle categorie lampante e oli non vergini. Dopo il passaggio presso gli imbottigliatori diventa tutto miracolosamente extra vergine. Dalle indagini della Magistratura di Siena abbiamo anche una conferma, bianco su nero, che grandi clienti in Italia e all’estero comprano la bottiglia – vetro compreso – a 1,82€.
Si può fare una spremuta del frutto dell’olivo a questi prezzi? Domanda retorica.

PRIMUM: Fare unione con tutti i produttori autentici – DOP o meno – che chiedano a gran voce una lotta senza quartiere alle truffe. Ogni scandalo sull’olio contraffatto nuoce all’intero reparto, decresce la fiducia nel prodotto. I contadini dell’olio sono numericamente molto più importante dei produttori dell’olio finto, anche se quest’ultimi fanno fatturato – ma di solito pochi utili con un mercato inchiodato ai prezzi bassissimi. La strategia? Alzare al massimo i valori dei limiti chimici dell’analisi dell’olio, alchili esteri, perossidi, indicatori dell’ossidazione, dell’invecchiamento dell’olio, aumentare al massimo i lavori positivi, come i Polifenoli, introdurre dei minimi per valori positivi. Sappiamo benissimo che negli organismi internazionali che regolano i parametri dell’Olio d’Oliva siedono i chimici dell’industria accanto a coloro che vogliono scoprire le truffe, i difensori del prodotto puro sono dunque sempre in svantaggio, ma lo scopo della politica dei valori stringenti è principalmente un altro: alzare il prezzo per i falsificatori. Un fake-Oil deve costare molto in termini di raffinazione, ri-elaborazione: il tutto per aumentarne il prezzo. È come il Doping: chi possiede i migliori laboratori è sempre un passo avanti sull’anti-Doping, ma gli deve costare caro.

Dalla DIFESA all’ATTACCO. Centrale è la domanda: come si convince il cliente italiano – che compra al 95% non DOP/IGP ma prodotti industriali? Come si convince il cliente all’estero, che non conosce l’albero di frutta?

1. La Qualità. Le mie visite nelle aziende produttrici mi hanno insegnato che la maggior parte delle olive frante non sono di eccellente qualità. La ragione: la ignoranza di molti produttori, soprattutto quelli più piccoli. Non osservano i precetti della buona raccolta. Le portano in ritardo, marce. Poi si aggiunge un frantoiano non aggiornato. Non si filtrano gli oli all’istante. Non si osservano le norme sulla temperatura del processo, etc etc. Si imbottiglia anche in vetro trasparente. Si ha l’impressione di stare fermi all’800.

2. L’etichettatura. Le etichette non danno informazioni utili. Sono illeggibili. Chi se ne importa che nell’Olio d’Oliva non ci siano zuccheri, che non ci sia colesterolo? E mancano spesso le informazioni piu elementari: la data di imbottigliamento, la località, per non parlare delle info positive sulla chimica dell’olio. Regna il caos assoluto.

LA SOLUZIONE …. Mettiamo che i problemi della produzione siano risolti, mettiamo che ne esce un olio fatto in giornata, nel giorno GIUSTO (anche quello è da scegliere…!) con info sull’etichetta come Dio comanda e potrebbe essere utile al consumatore per distinguere…come si porta in casa del cliente?

LA STRADA DEL VINO.
Un Chianti era 35 anni fa – me lo ricordo da giovane – sinonimo per una ubriacatura a prezzo moderato. Oggi è sinonimo di qualità.

NON ESISTE ABBASTANZA OLIO D’OLIVA nel mondo per inondare i mercati con oli a 2,99€ al litro.
E NON DEVE ESISTERE.

Un cliente ad Amburgo, che si convince di comperare un Olio d’Oliva DOP Umbro lo fa per le seguenti ragioni:

1. Perche è convinto di comprare un pezzo d’Umbria. Un prodotto le cui olive hanno guardato verso Assisi. Che sono state mosse dal vento, toccate dalla pioggia, che hanno goduto della vista della valle. Esiste il CRU dell’Olio? No, allora che si faccia. (Esistono i primi, e quelli vendono pure …)

2. Vogliono sapere CHI è la persona, la famiglia che ha fatto l’olio. Magari ci passano pure, al prossimo viaggio, a trovarli.

3. Vogliono sapere tutto sul CULTIVAR, sul giorno, l’ora della produzione.

BISOGNA raccontare la STORIA dell’Olio. Quella distingue il DOP del singolo produttore da tutta la produzione industriale.

SE COMPRO un pullover di Cashmere di Brunello Cucinelli so da dove viene, mi immagino il suo borgo. Se ne compro uno di Tasselli, so che viene da Bevagna.
Io devo assaporare il borgo, la luce speciale.

ASSAGGI: Visto che la montagna non arriva dal profeta, bisogna spostarsi. PORTARE il DOP dal consumatore. ANCHE l’ASSAGGIO è una arma micidiale.

Ogni volta che faccio assaggiare oli veri a colleghi, pur solitamente ben informati in Germania, loro rispondono dopo l’assaggio: “non avevamo la minima idea cosa fosse un vero Olio DOP. Ora torniamo a casa e buttiamo ciò che abbiamo comprato, pensando al prezzo”.

Sappiamo che in assenza di altre motivazioni il prezzo è il principale DRIVER. Quello basso. Il prezzo come driver non è da buttare. Deve essere pero invertito: ALTO deve esser il prezzo, motivato dalla storia, dal territorio e SOPRATTUTTO dal produttore inserito nel SUO ambiente territoriale. E allora il prezzo alto è ricercato, sinonimo di qualità.

Udo Gumpel

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