Codice Oleario

La sputacchina tra gli olivi

Ora non ci sono più dubbi. Un importante studio dimostra per la prima volta che la trasmissione di Xylella fastidiosa da olivo ad olivo avviene a opera di Philaenus spumarius. La cosiddetta "sputacchina dei prati" è di fatto il principale vettore del ceppo salentino che sta devastando gli olivi nel sud della Puglia

Info Xylella

La sputacchina tra gli olivi

È stato appena pubblicato un lavoro sperimentale sull’importante rivista internazionale Journal of Pest Science (Impact Factor 3.103). Uno studio importante, perché dimostra per la prima volta che la trasmissione di Xylella fastidiosa da olivo ad olivo avvenga ad opera di Philaenus spumarius.

Di seguito riportiamo a traduzione dell’abstract.

La recente introduzione di Xylella fastidiosa in Europa e il suo coinvolgimento nella Sindrome del Disseccamento Rapido dell’Olivo in Puglia (Salento, distretto di Lecce, Sud Italia) ci ha portato ad indagare la biologia e la capacità di trasmissione della sputacchina dei prati, Philaenus spumarius, che si è recentemente dimostrato essere capace di trasmettere X. fastidiosa tra piante di pervinca. Quattro specie di insetti che si alimentano sullo xilema (xilemomizi) sono stati trovate all’interno e sui confini di oliveti in tutto il Salento nel corso di una indagine condotta da ottobre 2013 a dicembre 2014: P. spumarius è risultata la specie più abbondante sia sulla vegetazione spontanea negli oliveti che sulle chiome degli olivi nonché l’unica specie risultata costantemente positiva per la presenza di X. fastidiosa con real-time PCR. P. spumarius, i cui stadi giovanili (ninfe) si sviluppano all’interno di una sostanza schiumosa simile a saliva sulle piante infestanti durante la primavera, è solito spostarsi dalla vegetazione infestante al suolo sulle chiome degli olivi sovrastanti nel periodo secco (maggio-ottobre 2014). Il primo individuo di P. spumarius risultato infettivo con X. Fastidiosa è stato raccolto/catturato a maggio sulla chioma di olivo: tutti gli individui precedentemente raccolti su infestanti sono invece risultati negativi per il batterio. Gli esperimenti hanno dimostrato che P. spumarius trasmette X. fastidiosa da olivi infetti ad olivi sani. Inoltre, P. spumarius ha acquisito X. fastidiosa da diverse specie vegetali ospiti in campo, con il tasso più alto di acquisizione da olivo, polygala e acacia. La microscopia elettronica a scansione (SEM) ha rivelato la presenza di cellule batteriche che assomigliano X. fastidiosa nella parte anteriore del canale alimentare di adulti P. spumarius. I dati qui presentati sono essenziali per pianificare una strategia efficace di protezione integrata della malattia (IPM) e limitare l’ulteriore diffusione del dannoso batterio.

Ed ecco invece il rimando all’articolo completo, open access: QUI

La foto di apertura e chiusura sono di InfoXylella

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