Olio Officina Festival

Apuleio

Viaggio, a posteriori, tra le opere della mostra “Eros nel chiostro”, esposte nell’ambito di Olio Officina Festival 2015. In “Apuleio”, di Elisabetta Casella, ci si muove su uno sfondo verde oliva, con i due protagonisti della battaglia amorosa: amore e psiche, eros e anima

Nicola Dal Falco

Apuleio

Su di uno sfondo verde oliva che tende, giudiziosamente, al salvia, incamerando anche un po’ di quella pianta officinale, del suo elisir, Elisabetta Casella ha schierato i due protagonisti della battaglia amorosa: amore e psiche, eros e anima.

Un cuore che, senza freni, può mutarsi in picca, e il cerchio, simbolo di anima, uscita da mille prove, ammaccata, fatalmente attratta dalla pienezza, dallo sforzo di conoscere, di far coincidere, a suo rischio e pericolo, i propri margini con quelli del mondo ad essa concentrici.

Li ha schierati al confine, fianco a fianco, non dubitando che, superato il guado, si sparpaglieranno e si inseguiranno, continuando a cercarsi per la vastità del piano.
L’opera esprime questa attesa; prefigura il movimento dei cerchi e dei cuori, l’impeto con cui si slanceranno in avanti.
Tra le loro file corre già un fremito, l’ansia di non farcela e di giungere per primi al varco.

È nel tono di verde, nella sua imperscrutabile fisicità, profonda e traslucida, quasi ceramica, che si raggruma e spande il flusso lirico e drammatico dell’impresa: riunire Eros e Anima. Riunirli affinché il mondo prosegua su una via più consapevole, cadenzata e felice.

Elisabetta Casella è nata a Piacenza nel 1973. Vive e lavora con Ello, Valentino e un numero imprecisato di gatti nella campagna piacentina.

In apertura particolare dell’opera “Apuleio” (cm 200 x 100, tre matrici, 2014), di Elisabetta Casella, e, nel corpo del testo, la visione integrale dell’opera.

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia