Olio Officina Festival

Nuovi studi su olio e salute

IL DOPO OOF 2019. Un eccesso di legislazione imbriglia un prodotto che ha invece molto da raccontare. Sono allo studio alcune soluzioni per contrastare tale fenomeno. L’obiettivo è rendere gli oli da olive più competitivi sul mercato. Di questo e altro si è parlato a Olio Officina Festival 2019, con un occhio sempre attento alle nuove evidenze scientifiche in campo nutrizionale

Cinzia Boschiero

Nuovi studi su olio e salute

Sono emersi dati utili alla manifestazione OLIO OFFICINA FESTIVAL 2019 svoltasi di recente a Milano. E’ stata presentata una Guida vademecum “Olio extra vergine di oliva: un tesoro da custodire”, gratuita e scaricabile on line, voluta e realizzata da Assitol e Unione Nazionale Consumatori; è un utile supporto pensato per fornire informazioni essenziali a chi acquista l’olio con l’intento di salvaguardare le qualità dell’olio da olive attraverso una serie di regole da rispettare a casa, ma anche nei ristoranti e negli esercizi commerciali.

“L’ulivo (Olea europaea) fa parte della nostra storia e cultura” spiega Luigi Caricato, oleologo e direttore della manifestazione annuale Olio Officina Festival. “Non tutti sanno, però, ad esempio, che si dovrebbe dire olio da olive e non olio di oliva in quanto ci sono ben quattro distinte categorie merceologiche tra gli oli ricavati dalle olive (in ordine di qualità crescente: olio di sansa di oliva, olio di oliva, olio vergine di oliva, olio extra vergine di oliva), e in Italia vi sono ben 538 cultivar, ovvero altrettante varietà coltivate di olive da olio in Italia, tra cui Leccino, Frantoio, Moraiolo, Biancolilla, Coratina, Ogliarola, Moresca, Casaliva, Nocellara e molte altre”.

Sono stati anche presentati dei dati dei prof. ri Massimo Cocchi e Francesco Sardo, Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna, che evidenziano come sia l’olio da olive, sia la carne di maiale sono ricchi di acido oleico, elemento cruciale nella prevenzione della malattia ischemica cardiovascolare, con un effetto inibitorio anche sui vari aspetti della funzione piastrinica, che potrebbe essere associato a un ridotto rischio di malattie cardiache.

Inoltre se, fino a qualche decennio fa, per soddisfare le richieste dei consumatori bastava offrire buoni prodotti e migliorare la qualità dei servizi, oggi questo non sembra più sufficiente: le esigenze dei consumatori sono cambiate e lo schema cognitivo bisogno-acquisto-beneficio cui si ispirava il marketing tradizionale ha ceduto il posto a nuove strategie mirate a procurare al potenziale cliente un’esperienza emozionale, facendo leva sulla stimolazione sensoriale. Ne ha parlato la prof.ssa Rosalia Cavalieri, docente di filosofia e teoria dei linguaggi all’Università di Messina.

Un’altra informazione utile che è emersa e che l’olio di sansa, poco conosciuto, ricopre invece un ruolo molto importante per i suoi alti valori nutrizionali ed antiossidanti ed è in aperta concorrenza con gli oli da seme e gli altri grassi alimentari in base ad uno studio dell’Università di Udine e che attesta che nell’olio di sansa il contenuto in tocoferoli si assesta su livelli paragonabili a quelli degli oli vergini. Attenzione anche alle etichette perché le etichette presenti su una bottiglia d’olio non sempre consentono di esprimere tutto il valore degli oli da olive. Un eccesso di legislazione imbriglia un prodotto che ha invece molto da raccontare. Sono allo studio alcune soluzioni per contrastare tale fenomeno. L’obiettivo è rendere gli oli da olive più competitivi sul mercato.

La foto di apertura è di Olio Officina

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