Olio Officina Festival

Una preghiera stupita

Il demone che sorge come da un bozzolo non ha nulla a che fare con il mito assodato di Atena, lungimirante vergine in armi, che per riconoscenza donò l’ulivo alla Grecia. L’opera di Adalberto Borioli, "E fu", a Olio Officina Festival 2015, nell’ambito della mostra “Eros nel chiostro”

Nicola Dal Falco

Una preghiera stupita

Se non fossimo ad una mostra di grandi xilo dedicate all’olio, potremmo perderci nell’atmosfera tropicale di quest’opera, dove è il delirio della vegetazione, il caos verde della foresta a incorniciare il parto di una creatura, ancora incapsulata in un tronco d’albero.

Il demone che sorge come da un bozzolo non ha nulla a che fare con il mito assodato di Atena, lungimirante vergine in armi, che per riconoscenza donò l’ulivo alla Grecia. Piuttosto la precede in una versione molto più antica e universale, dove le due funzioni guerresca e generativa sono ancora, panicamente, intrecciate.

Grande madre egea o ninfa equatoriale ha a sua disposizione una sensualità incolmabile, paragonabile solo al rampollare di virgulti, di foglie, di fiori, di frutti, al potere sotterraneo delle acque, al ronzio degli sciami intorno ai favi, al passo delle gru.

Difficile non offrirle una preghiera stupita, una devozione filiale prima di qualsiasi desiderio di possesso. Dee vegetali, quindi, nel cui cerchio d’ombra e di linfe danza la vita nuova e si
estinguono gli anni, decretati dal fato. A questo canto, Adalberto Borioli aggiunge la sua mano, mano di incisore, ma soprattutto di pittore.

Adalberto Borioli è nato a Milano e ha studiato affresco presso la Scuola d’Arte del Castello Sforzesco. Dal 1962 il suo lavoro è stato presentato in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. La sua attività di incisore inizia a Urbino nel 1980. Nel 2003 ha firmato un’incisione per il testo teatrale di Mario Luzi Il fiore del dolore edito da “Archivi del ’900” di Milano. Numerose le sue opere d’arte edite da “Pulcinelefante” e da “Il robot adorabile” con aforismi e poesie di vari autori. www.corrierecomo.it

In apertura: un particolare dell’opera di Adalberto Borioli, “E fu”, cm 200 x 100, cinque matrici, tecnica mista, 2014. Nel corpo dell’articolo l’immagine completa

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