Codice Oleario

Paesaggi culturali del vino e dell’olio

Un cofanetto con tre volumi che prendono in esame alcune tra le materie prime alimentari più significative del Mediterraneo. Una iniziativa che rientra nel progetto MenSALe, a cura dell’Ibam Cnr. Tante le curiosità. Nell’età del bronzo, per esempio, l’olio era percepito come un’entità sovrumana personificata con i tratti peculiari di una divinità pienamente politeistica

Maria Carla Squeo

Paesaggi culturali del vino e dell’olio

Tre volumi che raccolgono gli Atti dei convegni internazionali di studio promossi dell’Ibam Cnr. La collana si intitola MenSALe, acronimo di Mense Storiche e Artistiche Lucane. I volumi sono a cura di Antonella Pellettieri, che ricopre anche il ruolo di responsabile scientifica del Progetto MenSALe.

Il volume che qui evidenziamo si intitola Identità euromediterranea e paesaggi culturali del vino e dell’olio, e rimanda al convegno che si è tenuto a Potenza presso il Teatro Francesco Stabile, dall’8 al 10 novembre 2013.

Tra i tanti capitoli segnaliamo quello a firma di Canio Alfieri Sabia, sul ruolo della viticoltura e della olivicoltura in Basilicata: un’analisi tra modernità e tradizione. L’autore mette in luce il ruolo polifunzionale che queste due realtà svolgono nei riguardi della tutela del paesaggio, della salvaguardia del territorio e dello sviluppo economico e sociale.

Paolo Xella, invece, tratta il vino e l’olio come elementi divini nelle ideologie delle antiche culture mediterranee. L’olio, in particolare, venva associato a una figura particolarmente specializzata nel proteggere e guarire. Emerge inoltre molto chiaramente, durante l’età del bronzo, l’olio come un’entità sovrumana che viene progressivamente personificata con i tratti peculiari di una divinità pienamente politeistica.

Altrettanto interessante il contributo di Claudia Cerchiai Manodori Sagredo, dal titolo “Leggere con gli autori latini e greci alcuni elementi della storia dell’olivo, della vite e dei loro frutti”. Tante le curiosità che emergono, come la giantesca corona d’olivo ricamata in oro sulla stoffa di porpora posta alla sommità della cupola della stanza dove si trovava il sarcofago d’oro di Alessandro Magno, come altrettanto curioso è quanto riferisce Diodoro Siculo, quando sostiene che il sole che illumnava la stoffa di porpora determinava riflessi che sembravano lampi.

Interessanti anche i capitoli “Archeologia dei paesaggi produttivi in Basilicata. Approcci integrati per lo studio della paleoalimentazione basata sull’olio e il vino”, a firma di Dimitris Roubis, e, a firma di Alessandra Pecci, il capitolo “produzione e consumo di olio e vino. Analisi dei residui organici in archeologia”, dove si evidenzia tra l’altro che le tracce di olio si conservino addirittura per molti secoli.

Luisa Aino tratta le “Merci di scambio e contenitori: la circolazione delle anfore vinarie e olearie in età classica sulla costa ionica della Basilicata”. Non meno importanti i capitoli di Anastasia G. Yangaki sulle anfore protobizantine. Angela Carcaiso indaga sulla tecnologia della produzione olearia nell’ager Calenus, prendendo in esame il caso della villa romana San Rocco di Francolise. Ilias Anagnostakis si sofferma invece sulla calabria bizantina del X e XI secolo. Mentre Flavia Salvadori si sofferma sul vino e l’olio nell’iconografia cristiana tardoantica.

I contributi sono davvero tanti, e tutti coinvolgenti, fonte certa di nuove acquisizioni, per chi voglia approfondire i paesaggi culturali della vite e dell’olio. Elencare tutti gli autori e fare una sintesi dei loro contributi richiederebbe molto spazio che ci impedisce di proseguire, ma questo è segno evidente di come il lavoro svolto dalla Pellettieri sia stato alquanto encomiabile, per la capacità di individuare i vari studiosi coinvolti.

Chiudiamo con la segnalazione del capitolo dell’architetto Antonio Monte sui “Trappeti e stabilimenti oleari, palmenti e cantine vinicole: da luoghi di lavoro a beni del patrimonio industriale”, che si avvale di un ricco corredo di immagini,e a cui rimandiamo per una lettura di aprofondimento, utile per capire i criteri di produzione nei luoghi di lavoro del passato.

Gli altri due volumi contenuti nell’elegante cofanetto raccolgono invece gli atti del Convegno Internazionale Testamentum Porcelli. Storie, consuetudini e valori culturali tenutosi a Cancellara, presso il Convento Francescano, dal 14 al 15 febbraio 2014 e del Convegno Internazionale …come sa di sale lo pane altrui. Il pane di Matera e i pani del Mediterraneo, tenutosi a Matera, presso la Mediateca Provinciale e il Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola”, dal 5 al 7 settembre 2014.

I tre volumi per un totale di quasi 1100 pagine comprendono il secondo, terzo e quarto volume della Collana MenSALe – Documenta et Monumenta, nata appunto a partire da un progetto dell’Ibam Cnr fondato sull’interpretazione del concetto del cibo quale nutrimento dei corpi e dell’anima. dell’alimentazione attraverso confronti internazionali.

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