Le Alpi separano il mondo del gelo e della sugna da quello del sole e dell’olio. Il nostro sangue circola diversamente. E l’essenza del nostro spirito è la melodia

Riccardo Muti

(…) anche all’estero accade che non prendano sul serio i nostri grandi. Bellini, Donizetti, Rossini, persino il primo Verdi non vengono eseguiti con il religioso rispetto riservato a Mozart, a Strauss, a Wagner; li si affronta con sussiego o in modo scanzonato. Certo, è difficile per musicisti d’Oltralpe, formati sulla complessità della sinfonia, capire la bellezza, la purezza, la semplicità di Bellini, espressione del mondo mediterraneo. Del resto le Alpi separano il mondo del gelo e della sugna da quello del sole e dell’olio. Il nostro sangue circola diversamente. E l’essenza del nostro spirito è la melodia. Pavarotti è stato il più grande dell’ultimo mezzo secolo non solo per la voce, ma perché cantava con quel misto di gioia e di malinconia che è nella nostra natura. Purtroppo l’Italia oggi non riesce più né a soffrire, né a sorridere.

Riccardo Muti in un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo sul “Corriere della Sera” di giovedi 24 dicembre 2015 (QUI)

Riccardo Muti