Olivo Matto

A Natale regalate olio

Luigi Caricato

Sì, a Natale regalate olio, ma non solo nel periodo delle festività natalizie: sempre. Regalatelo a chiunque, ovunque, in qualsiasi contesto, giorno e mese dell’anno, e anche a coloro che in apparenza non sembrano esserne attratti.

Occorre creare l’abitudine del dono e concepire l’olio come qualcosa che va oltre l’atto quotidiano del cucinare e condire. Perché regalare una bottiglia d’olio è come regalare un romanzo. Deve essere così. È anch’esso un prodotto culturale.

Di fatto sono anni, anzi decenni, che insisto, trovando tuttavia difficoltà, e perfino ostilità. Paradossalmente a favorire una visione distorta dell’olio, legata solo ed esclusivamente al consumo quotidiano, è proprio il mondo della produzione, e con esso anche quello della commercializzazione e distribuzione.

Con uno spirito sbagliato, quando l’olio è solo il generico olio, è sufficiente una bottiglia qualsiasi e senza alcuna bellezza, purché sia olio.

Il fatto è che non ci ha mai creduto nessuno nell’olio concepito come dono, gli stessi produttori per primi, figurarsi coloro che dovrebbero acquistarlo e regalarlo, andando oltre il consumo personale e familiare.

È stato un errore gravissimo, così come un errore imperdonabile è stato non confezionarlo in contenitori all’altezza del valore che intimamente rappresenta ed essere di conseguenza concepito come dono.

La qualità, lo ripeto in maniera ossessiva, ma non tutti sembrano recepire il messaggio, è nel contenuto così come nel contenitore, nel suo manifestarsi alla vista, al tatto e per alcuni versi anche all’udito, quando si maneggia una bottiglia o latta o altro recipiente ancora. Nulla deve essere precluso.

C’è poca sperimentazione al riguardo, a parte le felici eccezioni che da sempre si orientano sulle novità, come sulla volontà di stupire ed emozionare. Ma, forse, questi valori non sono percepiti come tali, anche perché i primi a non crederci sono proprio i diretti interessati.

Le stesse aziende di materiali non collaborano, pensano solo al profitto e non a creare innovazione se non vi è dietro una richiesta certa che giustifichi l’investimento.

Manca una cultura della bellezza e della funzionalità. Per molti il commercio sta alla base di tutto: l’importante è vendere, senza possibilmente dover investire in bellezza e cultura, in quanto ritenute voci inessenziali.

Già, perché la cultura del dono, l’abitudine a concepire l’olio come oggetto di regalo si concretizza solo se vi sono investimenti in tal senso: nel design, nel packaging, e perfino nella cura degli stessi imballaggi.

Peccato vi siano ancora poche aziende sensibili disposte a crederci non per disperazione, pur di distinguersi e vendere a prezzi migliori, ma per convinzione, con una progettualità che si nutra ed esprimi desiderio di bellezza e cultura.

Una bella idea sarebbe associare il prodotto olio a un prodotto editoriale. Tanto per dire, giocando in casa: presentare in abbinata uno dei tanti libri editi da Olio Officina sull’argomento, o i numeri monografici di OOF International Magazine, con una spettacolare bottiglia d’olio. Spettacolare perché ogni iniziativa deve meravigliare, incuriosire, sorprendere.

Questo editoriale è stato pubblicato anche sul numero 17 di Oliocentrico.

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