Il successo di Olio Officina Food Festival è più che evidente. Ne sono particolarmente felice, perché significa che le sfide si possono vincere. Sabato ho firmato tra l’altro su “Teatro Naturale” un editoriale dal titolo molto eloquente: Il coraggio di osare. Vi consiglio caldamente di leggerlo. Ebbene, posso dire che di fronte al successo del festival da poco concluso, vi sono sempre coloro che cercano di parlarne male, solo perché hanno l’animo corrotto. E dove potrebbero mai far breccia queste figure sinistre? Nella maldicenza, è chiaro. Cosa è emerso, esattamente? Su facebook, dove chi non ha voce può benissimo averla perché è sulla pubblica piazza e può spettegolare, qualcuno ha ironicamente fatto allusione alla presenza, tra gli sponsor dell’iniziativa, di alcune grandi marche dell’olio, come se queste rappresentassero il male del comparto. Siamo alle solite. L’intelligenza, com pure l’etica, non sono alla portata di tutti.
A sostenere Olio Officina Food Festival sono stati i piccoli come i grandi, senza distinzione. Coloro che hanno creduto nel progetto, lo hanno sostenuto. E hanno fatto bene, perché hanno dimostrato di avere il coraggio di osare.
Ecco, intanto, per vostra curiosità, uno scambio di opinioni tra Massimo Occhinegro ed io, avvenuto sul mio profilo fb.
Massimo Occhinegro > Olioofficina food Festival è stato un evento dove si è saputo osare. Avvicinare il pubblico per far conoscere ed apprezzare le caratteristiche organolettiche degli extravergini. Ci ha creduto chi ha pianificato ed organizzato l’evento. Ci hanno creduto gli sponsor senza i quali l’iniziativa sarebbe stata solo forse un sogno nel cassetto. Ciò che non ammetto è la critica senza cognizioni di causa agli sponsor. Definire ad esempio “accozzaglia” la presentazione degli oli da parte del Ceq è assolutamente un’offesa. Lasciamo stare altre preoccupanti esternazioni. Se si parla lo si deve fare con cognizione di causa, l’ignoranza non e’ ammessa. Queste persone dovrebbero chiedere scusa. E’ vergognoso attaccare aziende della Confagricoltura, marchi noti come la Monini che ad esempio presentava l’olio Bios , più volte vincitore del premio Biol e prodotto con oli eccellenti del foggiano, ad esempio.
Luigi Caricato > Caro Massimo, in giro c’è gente che ha rinunciato al pensiero, ma che si muove solo a forza di slogan e di signorsì al potere. Di questi signori non c’è da preoccuparsi, creeranno danni, ma saranno limitati, perché sono limitati costoro sul piano culturale ed etico. La riuscita di Olio Officina Food Festival è il frutto di tante sinergie finalmente messe in campo con grande atto di spontaneità. Sono contento che tu abbia potuto leggere nel mio editoriale lo spirito che mi ha mosso a scriverlo. Non sono stato esplicito perché so benissimo che chi ha intelligenza e animo spensierato e pulito sa bene cosa significhi osare. Gli altri, quelli che non osano, sono i primi a rappresentare in modo chiaro ed eveidente quella mediocrità diffusa che sta contagiando ormai quella parte d’Italia che non vuole cambiare il Paese ma pensa al proprio orticello in maniera ossessiva perché pronta a curare solo i propri personali interessi. Ho letto anch’io su fb quelle maliziose allusioni agli sponsor, ma non aspettarti che dai mediocri possa scaturire nulla di buono. Chi costruisce il futuro può fare a meno dei mediocri. Il successo di Olio Officina Food Festival è un chiaro esempio di come si possa “fare squadra” partendo dal basso. E per questo io invito tutte le persone serie e oneste di questo Paese a brindare con me a questo e ad altri successi. E intanto un grande grazie a tutti coloro che ci credono, che ci credono fermamente, perché hanno il coraggio di osare e sono consapevoli che il proprio contributo possa cambiare le sorti del mondo, quanto meno di quello dell’olio.
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