Olivo Matto

Chilometro zero, un mito da sfatare

Luigi Caricato

Chilometro zero, un mito da sfatare

Ecco un pubblico plauso da parte del blog Olio Officina, e di conseguenza di me medesimo, Luigi Caricato, di fronte al lucido coraggio dimostrato dalla scrittrice Camilla Baresani nell’andare controcorrente intorno al grande bluff degli ultimi anni qual è la storiella del chilometro zero. Su “Sette”, il settimanale del “Corriere della Sera” dello scorso sette settembre, compare la recensione del volume Una storia commestibile dell’umanità, di Tom Standage per Codice Edizioni. Vi consiglio caldamente di leggere tale libro. Vi consiglio anche di leggere l’intero articolo, ripreso anche qui, per avere una valutazione seria e distaccata della realtà. Intanto metto in evidenza un passaggio sul quale mi piace soffermarmi per una seria riflessione su una questione che è diventata ormai un guscio vuoto.

Scrive la Baresani:

Tra l’altro, gli italiani patiti del “chilometro zero” dovrebbero, a rigor di logica, deprecare le esportazioni e rattristarsi per i successi riscossi sul mercato internazionale dal grana padano, dall’olio d’oliva, dal prosecco. E, in quanto seguaci della virtuosa filosofia di consumo, quando gli vengono offerti prodotti “equi e solidali”, magari legumi coltivati da svantaggiate popolazioni africane, dovrebbero rifiutarli.

Camilla Baresani

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