Perché soltanto nel mondo dell’olio l’accezione “classico” non vale niente? Tutti noi sappiamo quanto pesino i “classici” in letteratura. Ci sono i sommi poeti, i grandi narratori, da tutti considerati “classici”, appunto, in quanto ritenuti in qualche modo eterni. Lo stesso vale per l’arte classica o la musica classica. Il termine “classico” anche in altri campi è sinonimo comunque di evergreen, di sempre attuale. Nelle scuole i migliori istituti di formazione sono i licei classici. In altri contesti, come nel caso dei vini, l’appellativo “classico” viene riservato ai vini importanti: il Bardolino classico, il Chianti classico, e via elencando. Solo le aziende olearie riservano l’appellativo di “classico” agli oli extra vergini di oliva da “primo prezzo”. Che delusione! L’olio di minore qualità, il meno pregiato, è stato eletto paradossalmente – per scelta delle stesse aziende – al rango di “classico”. Non c’è da stupirsi se l’olio extra vergine di oliva abbia perso nel corso del tempo valore e considerazione. Ciascuno è artefice del proprio destino.
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui
Commenta la notizia
Devi essere connesso per inviare un commento.