Olivo Matto

Cosa aspettarsi dal 2015

Luigi Caricato

Cosa potrà mai accadere di nuovo nel 2015. Cosa c’è da aspettarsi, cosa vi aspettate, cosa mi aspetto. Io non credo che possa accadere nulla di nuovo rispetto agli ultimi anni. Parlare di qualcosa di nuovo è un grande azzardo. Certo, le cose accadono, ma si verificherà nel caso qualcosa di non desiderato, semmai i soliti aumenti garantiti, più tasse e tante promesse che non saranno mai mantenute.

Non voglio essere pessimista, non lo sono per natura, ho sempre una visione edificante, positiva, costruttiva. Pur non essendo un ottimista, mi riconosco una forte spinta vitale, una forza enorme che non mi fa mai desistere: una volontà coriacea.

Ecco, se dovessi augurarmi qualcosa di buono, spererei in una società diversa, perché il declino del Paese coincide con il declino della società. Troppe persone che ho conosciuto o incrociato quando ero ragazzo sono le medesime che poi oggi, da adulto, deploro perché corrotte o pusillanimi o vacue. Quella espressione così bella e felice, spesso ricorrente nel Vangelo – gli uomini di buona volontà – significherebbe la salvezza per tutti, sarebbe la svolta tanto attesa, il riscatto, il ritorno in carreggiata, ma non intravedo un simile spirito costruttivo e neppure la benché minima consapevolezza di una necessità, ma soprattutto di una urgenza, di voltare pagina il prima possibile. Vedo invece tanta mediocrità, piuttosto; vedo persone anche preparate, ma senza nerbo, senza obiettivi che siano il bene comune. Mi sento un po’ solo per la verità, vedo tante solitudini che non riescono a interagire tra loro.

Scorgo malfidenza, ma anche tanta malvagità nelle persone. Gli uomini (e le donne) di buona volontà ci sono, ma sembrano non avere spazi, quest’ultimi ampiamente occupati da un nucleo di mediocri incapaci di costruire qualcosa di utile per il bene comune, per la comunità. Non mi aspetto pertanto proprio nulla di nuovo, né tanto meno nulla di buono finché non ci sarà lo scatto di orgoglio atteso, necessario per la svolta, la forza di volontà e la tenacia perse per strada.

Non scrivo nulla che sia considerabile in qualche modo una ricetta per il cambiamento, anche perché in fondo sappiamo già tutti cosa fare, il vero problema semmai è fare quel che serve, liberando il Paese dalle maglie della mediocrità, dai piccoli interessi di bottega, da campanilismi risibili in un mondo globalizzato, dalle pastoie di chi gestendo un potere maldestramente usa le leggi solo per ingarbugliare e creare più burocrazia solo al fine di esercitare un controllo.

Cosa accadrà di qui in avanti, alle porte del nuovo anno? Nulla di nuovo, nulla di diverso da quanto già risaputo. Nessuno vorrà cedere di un sol passo, intanto che il Paese affonda, sprofonda, arretra. L’unico cambiamento possibile è cambiare se stessi, correggersi, migliorarsi, reinventarsi: il resto, chissà.

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