Olivo Matto

Expo sì, Expo no

Luigi Caricato

Ciò che più mi fa ridere (non sorridere, ma ridere), sono coloro (e io li chiamo perditempo) che si organizzano per esprimere il proprio “no” a Expo, andando in strada a manifestare, magari imbrattando o distruggendo ciò che trovano davanti agli occhi. Vuoi andarci e sei curioso? Ci vai. Non vuoi andarci e nemmeno ti piace lontanamente l’idea dell’Expo? Allora, non ci andare. Le alternative per chi è contrario sono tante: una sana masturbazione ristorativa, o una canna per esempio, possono bastare, ma non c’è necessità, solo perché si è contrari all’Expo, di disturbare il prossimo, e soprattutto chi – nonostante tutto – intende costruire qualcosa, non disfare. La domanda non è se Expo riuscirà a essere coerente o meno con il tema portante (“Nutrire il pianeta”), o se sarà capace di affrontarlo. E’ che mi sembra assurdo, dinanzi a una simile occasione internazionale, che si debba sempre essere critici e ostativi comunque e sempre. Se l’alternativa a quanto si è realizzato per Expo è la protesta, preferisco anche un Expo male impostato piuttosto che il non fare. Riusciranno gli italiani – maestri nel disfattismo – a fare di un grande evento qual è appunto Expo una grande opportunità (diretta o indiretta che sia) per il proprio Paese e per se stessi?

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