Olivo Matto

Expoliva, il motore del mondo

Luigi Caricato

Di ritorno ormai da diversi giorni da Jaen, la capitale internazionale dell’olio da olive, la percezione più evidente che ho avuto è che in Spagna si respiri un’aria di grande entusiasmo collettivo. Lo si percepisce molto chiaramente dallo spirito con cui gli operatori del settore agiscono in quel Paese ormai posto al centro del mondo, o che forse sarebbe ben più corretto definire il “motore del mondo”, in fatto di olivicoltura e di elaiotecnica. È un entusiasmo, peraltro, alquanto contagioso, utile a ricaricare gli animi e a motivarli.

A riunire tanta gente del settore olivicolo e oleario, proveniente da ogni angolo del pianeta, è quella grande e unica manifestazione fieristica che è Expoliva, il più significativo evento internazionale che raccoglie l’intera filiera e che è molto di più di una fiera a carattere commerciale. Ed effettivamente Expoliva costituisce un modello unico, in quanto si tratta di una fiera di filiera di straordinaria efficacia, che in Italia, purtroppo, non è mai stata realizzata, e forse nemmeno se ne è mai sentita l’esigenza, ma di cui in fondo si sente la mancanza.

Più che le parole contano i fatti, e per questo invito a visitare la prossima edizione di Expoliva, nel 2019, anche per rendersi conto di persona di cosa accada in Spagna. L’auspicio, pertanto, è che ci si renda conto che non si può più star fermi in Italia, o, addirittura, come purtroppo accade, occorre rendersi conto che non si può più procedere in senso contrario a quanto richiede il comparto per definire il proprio futuro.

Per questo credo si debba riflettere sulle gravi carenze che ci riguardano, e non avere alcuna esitazione nel riconoscere pubblicamente che ad oggi la Spagna olearia non solo ci surclassa, ma dimostra di essere ben più affamata di futuro di noi. Prova ne è la significativa crescita dell’economia spagnola, pur in un periodo di grande crisi. Il nostro compito oggi è fare autocritica per tanti errori e negligenze e ispirarsi alla Spagna, cercando di acquisire quello spirito di intraprendenza che pur ci apparteneva in altri tempi e che abbiamo invece abbandonato da molti anni.

Non è una dichiarazione di resa e di pessimismo. Io sono sempre fiducioso, i talenti ci sono, come pure esistono imprenditori illuminati. Serve solo un atto di discontinuità, soprattutto da parte degli uomini delle istituzioni, dove si concentrano purtroppo le maggiori responsabilità del declino dell’Italia olearia.

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