Olivo Matto

Giornalismo accalappiacani

Luigi Caricato

Tempo fa, forse all’inizio dell’anno, lessi su Olio Officina Magazine un commento di un lettore a proposito di un titolo, ritenuto poco ruffiano: “Tutti a zappare“. Non risposi, nè altri risposero. Passò inosservato, ma ancora oggi ripenso a quel commento e mi ero imposto di prenderlo come pretesto per scrivere una “incursione”. Ebbene, oggi lo faccio. Il titolo: Giornalismo accalappiacani.

Perché una parola così forte e apperentemente fuori contesto? Perché l’idea degli accalappiacani mi fa pensare a chi con l’inganno cerca di catturare il cane randagio per costringerlo alla cattività di un canile. Ecco cosa è diventato il giornalismo oggi, soprattutto quello su testate on line. Un giornalismo spregiudicato, unicamente orientato a catturare l’attenzione del lettore attraverso l’inganno, al solo scopo di catturarlo e portarlo a sé.

Io non ci sto, e se avete notato, rispetto ai tempi in cui lavoravo per un’altra testata giornalistica on line cui ho dedicato ben dieci intensi anni della mia vita, i titoli con i quali si presenta ai lettori Olio Officina Magazine sono cambiati, diventando addirittura più brevi del solito, essenziali, piacevoli ma non ruffiani, non tesi a spingere il lettore a cliccare per favorire la lettura o comunque l’accesso all’articolo. Dopo oltre un decennio di esperienza nell’informazione on line, la mia scelta operativa è verso titoli che non lascino intendere qualcosa di diverso da ciò che poi concretamente si legge nel corpo dell’articolo. Ecco cosa penso si debba fare: rispettare il lettore, suscitare certamente un po’ di curioità, ma senza forzature, senza spingerlo a cliccare solo per dimostrare un accesso in più.

Non è così che si fa giornalismo, il rispetto del lettore è più importante dell’aver guadagnato un accesso in più. Chi decide di leggere un articolo, deve farlo senza che il titolo faccia intendere chissà cosa. Io sono fortemente convinto che si debba dare valore alla relazione tra lettore e giornale. Sui social network invece si nota come le varie testate giornalistiche tendano a inserire titoli che io definisco “accalappiacani”, proprio perché spingono il lettore verso direzioni che spontaneamente non avrebbe mai sperimentato.

Non so voi, io la penso così. Il rispetto prima di tutto, gli interressi del giornale non possono in nessun caso prescindere da un comportamento etico. Stesso discorso vale per le testate cartacee, in realtà, sicuramente non più rigorose come un tempo, ma con i giornali telematici (le testate più famose comprese) è diventata una vera selva oscura.

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