Olivo Matto

Gli extra vergini italiani a marchio Dop da McDonald’s? E perché no?

Luigi Caricato

Gli extra vergini italiani a marchio Dop da McDonald’s? E perché no?

Io non ho mai consumato alimenti da McDonald’s. Almeno, credo. Forse qualche Coca-Cola, di passaggio in qualche aereoporto. Non ho alcun pregiudizio verso tale catena di fast food. Non ci vado perché non mi ci riconosco. Tuttavia, cosa accadrebbe se mi dicessero “vogliamo valorizzare l’olio italiano a denominazione di origine, può sostenere il nostro impegno in tal senso?” Bella domanda. Imbarazzante, forse? Ebbene, il grande cuoco italiano, Gualtiero Marchesi, ha pensato bene di collaborare con il grande colosso dei fast food. Ha fatto bene, ha fatto male?

Ecco cosa ho scritto del caso Marchesi-McDonald’s su “Teatro Naturale” appena fresco di pubblicazione quest’oggi. Clicca qui per leggere il mio articolo. E voi, cosa ne pensate?

Più di qualcuno ha storto il naso, non condividendo l’accondiscendenza di Marchesi verso McDonald’s. Eppure sono fortemente convinto che con il suo gesto, davvero lungimirante, Marchesi abbia dato un prezioso contributo al superamento di antichi e irrisolti pregiudizi. Anche un fast food può prestare attenzione al cibo del territorio. L’idea del McItaly non è affatto fuori luogo. Perché allora non accoglierla pacificamente?

Se l’obiettivo è puntare all’italianità del cibo, dove sta il problema?

Se la materia prima è in linea con gli standard qualitativi, cosa c’è da obiettare?

Se mi dicessero “vogliamo valorizzare l’olio extra vergine di oliva italiano, e in particolare quello a denominazione di origine”, ebbene, io sarei prontissimo a sostenere tale causa. E voi?

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