E’ balzato agli onori della cronaca, l’olio con le scaglie d’oro a 24 carati. Ne hanno scritto e parlato in tanti, come fosse una grande novità esclusiva. Non è così. L’oro serve per conferire brillantezza. Tutto qui. Non apporta altro. Si tratta di un olio alimentare, evidentemente. Non è una novità. Qualche anno fa, forse due, un’azienda salentina lo aveva presentato a Olio Capitale. Questa volta tuttavia ne hanno scritto in tanti. La nota eclatante è la veste esclusiva, ma soprattutto il prezzo: 600 euro la bottiglia da 200 ml.
Un’azienda croata di Hvar ne ha messe in circolazione ben 444 confezioni: una bella trovata, e così i giornali, pazzi come sono per gli aspetti più curiosi, più che per la sostanza delle cose, hanno amplificato e diffuso a dismisura l’insolita iniziativa.
Ciò che banalmente viene utilizzato in cucina, viene qui esaltato dalla bella forma con cui si presenta la confezione. Ogni bottiglia di quest’olio tanto esaltato è riposta in una scatola di legno laccato nero, chiuso a chiave con un lucchetto. Eppure le foglie, o le pagliuzze di oro alimentare, si trovano facilmente e sono abitualmente utilizzate per decorare qualsiasi alimento e perfino per conferire un effetto speciale ai cocktails. Insomma, queste foglie d’oro spolverizzate nell’olio non rappresentano alcuna novità, né tanto meno qualcosa di esclusivo e unico.
Sorrido dunque di fronte ad alcuni giornalisti che cascano su queste notizie non notizie. D’altra parte sono questi i meccanismi attuali dei media: cercano la curiosità a tutti i costi, non interessandosi a questione serie. L’olivicoltura va a picco, il comparto oleario è in subbuglio, ma nulla si legge in tal senso. Si preferisce parlare del nulla, e pazienza se è così che va il mondo.
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